Villa Geno, ristorante (e debiti)
ritornano al Comune

La società, in liquidazione, ha riconsegna l’immobile ieri pomeriggio. L’assessore Iantorno: «Ancora crediti per oltre 300mila euro. Adesso un bando per darlo in concessione ad altri»

Como

Consegnate le chiavi al Comune. Finalmente, è proprio il caso di dire. Perché il braccio di ferro sul ristorante di Villa Geno si trascina dallo scorso novembre, quando il locale - affidato in concessione alla società Cabella - aveva chiuso i battenti senza più riaprire.

Già un anno fa Palazzo Cernezzi, per la precisione il 18 febbraio del 2013, aveva avviato le procedure di sfratto per morosità. Per chi a Villa Geno si è sposato o ha tenuto ricevimenti importanti è stato un colpo al cuore, in tutti questi mesi, vedere la villa abbandonata, con il gazebo ridotto a pezzi e il parquet interno sollevato.

Ieri pomeriggio il Comune ha ripreso possesso ufficialmente dell’immobile. La consegna da parte della Cabella, oggi in liquidazione, è avvenuta alla presenza del liquidatore Massimo Oleotti, dell’avvocato della società Elia Di Matteo, del commissario della Polizia locale Marco Baffa e dell’assessore al Patrimonio Marcello Iantorno. «L’immobile - ha spiegato Iantorno dopo un sopralluogo - è apparso in normale stato di manutenzione, all’esterno c’è un gazebo che dovrà essere rimossa da Cabella entro una decina di giorni unitamente a vario materiale e alla struttura a lato del giardino confinante con Villa Geno da verificare. Nell’edificio sono già stati rimossi dalla società gli arredi mentre sono rimasti una cucina al piano terra e un’altra al primo piano, nonché il bancone da bar, tutti pignorati da Equitalia».

Ieri si è chiusa, certamente non nel migliore dei modi, una vicenda nata nel 2000 e che se avesse avuto un normale iter si sarebbe dovuta concludere nel dicembre 2017. «Purtroppo - ha riassunto l’assessore - la gestione è cessata dallo scorso mese di novembre. Tuttora vantiamo un credito non riscosso di oltre 300 mila euro ed è in corso un contenzioso in tribunale e al Consiglio di Stato». Che cosa accadrà adesso? «Procediamo nel modo più celere possibile per cercare di pubblicare un nuovo bando, una volta acquisite le certificazioni necessarie. Prevediamo di ottenere tutto non prima del prossimo mese di settembre».

«In queste settimane autorevoli operatori hanno già mostrato interesse all’immobile per l’avvio di una attività qualificata e coerente con il prestigioso posto. Naturalmente, la futura concessione sarà provvista di tutte le accortezze necessarie a garantire uno svolgimento normale del rapporto. Vogliamo che la gestione del bene e dell’area circostante avvenga nel modo migliore, non accetteremo più una morosità così elevata e un’esposizione priva di garanzie».

«Il futuro rapporto sarà assistito da serie garanzie economiche ma anche sulla professionalità e competenza della gestione. Mi sembra doveroso assumere pubblicamente questo impegno».

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