Aprire un negozio in periferia? Si può fare, la sfida vinta della pasticceria Crisanti a Breccia

Primo anno di attività per il locale aperto da Davide Crisanti con la moglie Maria Teresa Lucente. «Siamo soddisfatti, finalmente un locale tutto nostro»

Cosa spinge ad aprire un’attività oggi? L’amore. L’amore in quanto sentimento non è un indicatore economico misurabile, ma rappresenta una leva che fa tutta la differenza del caso, o almeno la fa in questo specifico caso.

Maria Teresa Lucente e Davide Crisanti, coppia nella vita e dietro il bancone, hanno aperto il 17 maggio del 2022 la Pasticceria Crisanti a Breccia: «Abbiamo entrambi la stessa passione per la pasticceria – racconta Maria Teresa Lucente – Davide, che è la colonna portante della nostra attività, ha lavorato per trent’anni come pasticcere, mentre io ho un passato nella ristorazione, ho avuto un panificio-pasticceria nei primi anni 2000 e ho lavorato come responsabile per un’importante azienda del comasco sempre in questo settore».

Professionalità, studio e capacità, sono state le basi che hanno fatto scattare la domanda: “perché non apriamo qualcosa di nostro?”: «Tutto è partito dall’amore tra di noi e per questa professione, svolgiamo la nostra attività in modo sereno e tranquillo. Non avevo dubbi che sarebbe stato così. Quando per una vita fai un tipo di lavoro, hai l’assoluta certezza che, se hai voglia di lavorare, può solo funzionare». Improvvisarsi è fortemente sconsigliato se si vuole dare il via a un’attività in proprio, dietro a questa apertura, come in altre, ci sono anni di formazione ed esperienza.

Avete riscontrato particolari difficoltà nelle fasi iniziali tra pratiche e permessi? «Ci siamo appoggiati a Confartigianato per tutto quello che riguardava la burocrazia, ci hanno seguiti loro, mi dicevano cosa fare e io lo facevo. Se ci si affida a persone competenti e si fanno le cose fatte bene, non ci sono grandi problemi. Da soli non ce l’avremmo mai fatta».

La scelta di aprire in una frazione, segue una tendenza che si sta ripetendo in tante città italiane: gli affitti sono alti in centro e le persone si spostano verso le periferie, dove stanno rinascendo realtà quasi comunitarie. «Siamo in periferia è vero, ma il contesto è molto bello, ci sono tante famiglie, persone giovani, lavoratori. Abbiamo trovato un’ottima collocazione».

Il bilancio dopo nemmeno un anno di apertura è positivo: «All’inizio abbiamo dovuto farci conoscere ovviamente e abbiamo sempre puntato sul rispetto del cliente scegliendo materie prime fresche e di qualità. Non bisogna mai tradire la fiducia delle persone. Siamo soddisfatti. Se tornassimo indietro lo rifaremmo mille volte».

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