Buonuscita e ricollocamenti. Ma sui 57 licenziamenti alla Suominen Nonwovens le parti sono ancora lontane

Le proposte avanzate dalla multinazionale finlandese ai sindacati e alle Rsu durante l’incontro nella sede di Confindustria Como

Una buonuscita di sei mensilità a chi si licenzia volontariamente, aumentata di 100 euro per ogni figlio a carico e di ulteriori 100 euro per ogni anno di anzianità di servizio, ma solo se si è dipendenti da almeno otto anni. È una delle proposte avanzate da Suominen, multinazionale finlandese, ai sindacati e alle Rsu durante il terzo incontro tra le parti sociali che si è tenuto martedì a Confindustria a Como. L’obiettivo della multinazionale è chiudere la trattativa con i 57 operai dello stabilimento Nonwovens-Suominen di via al Corbè, che da giugno saranno in mezzo a una strada.

Ieri i lavoratori si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento. La replica alla proposta dell’azienda è stata unanime: «È una presa in giro, una profonda mancanza di rispetto nei nostri confronti». Quando nel 2009 erano stati chiusi i siti di Gallarate e Carbonate, dopo l’acquisizione da parte di Suominen, i 59 dipendenti avevano avuto 26mila euro d’incentivo alla buonuscita. Cobas e Cisl, per voce di Antonio Ferrari, Antonio Monsurrò e Valentino Ceriani, durante l’assemblea di ieri hanno sostenuto la posizione dei lavoratori e poi illustrato quella che la multinazionale ha definito una “bella notizia”.

«Ci hanno detto che potrebbero essere ricollocati 30 operai - ha spiegato Ceriani, Cisl - Quando abbiamo chiesto dove, la risposta è stata che ci sono 10 aziende interessate e non ha aggiunto altro. Noi invece volevamo parlare della ricollocazione dei lavoratori nello stabilimento di Cressa, in provincia di Novara, secondo sito italiano della Suominen. L’azienda ha tagliato corto: Cressa e Mozzate sono due cose distinte».

In settimana uno dei 57 dipendenti di Mozzate è stato contattato dall’azienda e indirizzato a un’impresa interessata all’assunzione. Il riscontro? L’operaio si è trovato di fronte a un lavoro completamente diverso dal suo e quando l’interlocutore ha letto lo stipendio percepito, ha chiuso il curriculum in un cassetto. «C’è poi un tema politico da affrontare – ha concluso Ferrari, Cobas – L’azienda ha cercato di spaccare l’unione tra i sindacati escludendo i Cobas da una riunione a Cressa. Martedì abbiamo evidenziato la nostra compattezza e la necessità d’informare gli operai novaresi, per questo abbiamo rinviato la trattativa a giovedì 23 febbraio».

Nell’attesa oggi alle 17.30 i lavoratori si confronteranno con un politico di caratura europea. L’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, candidato presidente alle recenti elezioni regionali per Pd, 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e lista civica, verrà al presidio di via al Corbè insieme a Angelo Orsenigo, neorieletto consigliere regionale del Pd. Orsenigo ha incontrato più volte gli operai durante la campagna elettorale, ma ha preferito non comunicarlo ai giornali, per non strumentalizzare il caso. Ora parla a ruota libera: «A gennaio avevo chiesto un’audizione urgente in Commissione regionale Attività produttive, adesso sarà mia premura portare la voce dei lavoratori al primo consiglio regionale utile».

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