Como, l’assemblea di Ance
«Più qualità e meno cemento»

Ance in assemblea. L’analisi del presidente Guffanti

«La bellezza dei luoghi farà la differenza, crediamoci»

La sfida si chiama qualità. Finita l’epoca dello sviluppo “quantitativo”, per l’edilizia comasca la partita si gioca sul terreno del benessere diffuso, della bellezza, sulla capacità di rendere attrattivo un luogo.

Lo dice a chiare lettere il presidente di Ance Como Luca Guffanti durante l’assemblea generale in via Briantea. Un appuntamento ancora più significativo, visto che coincide con il sessantesimo compleanno dell’associazione. Davanti ai principali esponenti del mondo economico e politico, ricorda anzitutto che «nessuno rappresenta attività che trasformano e sviluppano i luoghi, sia fisicamente sia economicamente, quanto noi costruttori edili, caratterizzati da un mercato e una produzione interamente locali».

Poi traccia un bilancio degli ultimi decenni, non rinunciando a fare autocritica. Se da un lato - nota - gli anni dello sviluppo quantitativo hanno risolto l’impellente fabbisogno abitativo e di spazi industriali a discapito, a volte, della gradevolezza del paesaggio, dall’altro siamo consapevoli che il futuro, nei nostri territori, consisterà principalmente in uno sviluppo qualitativo, imponendoci una nuova e affascinate sfida: abbellire il territorio con le nostre opere, consentendo uno sviluppo armonioso e sostenibile». Filo conduttore del discorso, la storia di Adriano Olivetti, definita «di disarmante attualità». Una storia fatta di scelte coraggiose, quelle che oggi bisogna adottare per raggiungere l’obiettivo ben riassunto nel titolo stesso della relazione: «costruire il futuro».

Gli ostacoli non mancano, complice «un quadro normativo incerto, in continuo aggiornamento, che ha ingiustamente accollato alle imprese responsabilità e controlli che dovrebbero essere di competenza di enti pubblici e forze dell’ordine». Per esempio «la responsabilità solidale, in base alla quale dobbiamo rispondere di eventuali omessi versamenti di oneri contributivi o altri oneri fiscali da parte dei nostri fornitori». «Ma potrei citare - continua Guffanti - anche quelle normative a tutela dei nostri clienti che, se nello spirito sono condivisibili, vengono spesso elaborate in modo incompleto, confuso, divenendo oggetto di facili strumentalizzazioni da parte dei disonesti».

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