Como, Ratti cresce ancora
Utile di 2,7 milioni. Grazie all’export

L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2014 Il fatturato supera la soglia dei 100 milioni di euro.Bene il segmento uomo e quello dell’arredamento

Ieri l’assemblea dei soci di Ratti Spa ha approvato il bilancio d’esercizio 2014 che si è chiuso con un utile netto di 2,7 milioni di euro a fronte di un fatturato consolidato di 100,5 milioni, con la decisione di assegnare un dividendo di 0,10 euro per azione con cedola che sarà staccata il prossimo 18 maggio e pagamento il 20 maggio.

L’ok dei soci è arrivato sulla base della versione predisposta il 13 marzo scorso dal Cda del Gruppo contestualmente alla comunicazione dei dati al mercato da parte della società quotata e leader nella creazione, produzione e distribuzione nel mondo di tessuti di alta gamma.

Il 2015 si presenta ora come quello che di recente l’ad Sergio Tamborini ha definito essere per l’azienda «l’anno delle conferme», in relazione alle opportunità di crescita commerciale attesa dopo i forti investimenti strumentali pari a 6,4 milioni di euro contro i 4,1 del 2013. Nuovi investimenti legati all’acquisto di impianti di vaporizzo e lavaggio, oltre a macchine per stampa e finissaggio che proprio nel 2015 contribuiranno a chiudere il piano di rinnovo e potenziamento della sede produttiva di Guanzate, con previsione i avvio del nuovo impianto di finissaggio entro giugno e potenziamento dell’efficienza energetica del parco macchine e delle strutture di servizio.

Nei numeri relativi ai fatturati per tipo di prodotto il 2014 vede il polo finito attestarsi al 28,1% (in flessione del 6%) e il polo donna al 46,8% (-1,7%), a fronte di una crescita sul segmento uomo, che si attesta al 19%, e, in misura più lieve, anche dell’arredamento che ha una quota del 5,6%.

Segno positivo dunque per l’Ebitda che prima degli oneri non ricorrenti segna 9,6 milioni di euro, una crescita del 24,5%, con incidenza del +2% sul valore della produzione.

Per le vendite in base all’area geografica l’Italia registra una quota del 33,8%, mentre sulla restante quota estero il mercato principale è quello dell’Unione Europea (33,3%), seguito dagli Usa (10,5%), dal Giappone (3,4%), mentre il resto va su vari altri Paesi.

Dopo la scadenza del contratto di licenza per la produzione e distribuzione a marchio Valentino, il 2015 è tuttavia l’anno del contratto già siglato con Givenchy e della nuova negoziazione già molto avanzata con Furla. Come ha già spiegato la relazione finanziaria annuale, il comparto tessile-moda italiano ha chiuso il 2014 in crescita del 3,3% rispetto al 2013 e «tale incremento ha riguardato sia le aziende che operano a monte della filiera, che hanno messo a segno una crescita del 2,9%, sia quelle che operano a valle, il cui incremento è stato pari al 4,1%». Export decisivo per i risultati del gruppo.

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