Credito alle Mpmi. «Per i confidi un nuovo ruolo»

La sfida La proposta di Fidicomtur Como per un rating delle “soft information” per sviluppare una nuova collaborazione con le banche. «Oggi istruttorie sempre più basate soltanto sui bilanci»

Il ricordo di Luca Brenna e la volontà di sottolineare l’importanza dei confidi quale strumento fondamentale per l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese. È duplice l’obiettivo che ha deciso di portare avanti Fidicomtur di Como che a Brenna, mancato a 49 anni due anni fa e tuttora presente in associazione dove è ricordato per l’energia e il dinamismo, ha intitolato una borsa di studio, in collaborazione con Confcommercio Como, da cui è scaturita una ricerca coordinata da Andrea Luppi, professore alla Cattolica di Milano, con un neolaureato, Ferdinando Marrazzo.

«In questi ultimi quattro anni - dice Adriano Montorfano, presidente di Fidicomtur Como - abbiamo assistito a una serie di cambiamenti sostanziali nel nostro settore delle garanzie/credito. In particolare, l’ingresso del Fondo centrale di garanzia, ovvero dello Stato, a sostegno delle imprese durante il periodo dell’emergenza pandemica. Accanto a questa situazione inedita, mai come ora abbiamo avvertito le difficoltà delle micromprese a fronte del processo di razionalizzazione degli sportelli bancari sui territori; in passato c’era quasi sempre la possibilità di un contatto diretto con i direttori delle filiali locali delle banche, ora che molte di queste ultime hanno chiuso si è costretti a rivolgersi a filiali magari lontane dove non si è conosciuti e dove l’accesso al credito diventa più difficile».

L’approccio

Non solo, è cambiato l’approccio del sistema bancario a questo genere di clientela: «Molti istituti - continua il presidente - considerano antieconomica la pratica creditizia per le micro imprese basata sul relationship concentrandosi esclusivamente su indicatori economici/patrimoniali (hard information) che spesso paralizzano le micro imprese e soprattutto le ditte individuali con contabilità semplificata di difficile valutazione nelle istruttorie di rilascio del credito».

Di qui la proposta di istituire un sistema di rating qualitativo, basato su tutta una serie di parametri non quantificabili (dalla capacità di innovazione dell’offerta, alla dinamica della concorrenza nel territorio di riferimento): «Sappiamo che le hard information sono basilari per la costruzione di un rating ed è obbligatorio analizzarle in fase istruttoria - dice Montorfano - non si vuole peccare di presunzione nel dare un eccessivo valore alle soft information, ma sicuramente sono un complementare e ottimo supporto per la decisione finale del deliberante. Se si ottimizza la raccolta e la gestione delle soft information, si può generare un rating ufficiale il cui valore, unito al rilascio di una garanzia, permette ai nostri confidi di assumere un nuovo ruolo nel rapporto con le banche con cui si collabora».

Il futuro

Quella messa in luce dalla ricerca è una possibile area di rilancio del sistema: «L’intervento dello Stato attraverso il fondo di garanzia ha un po’ sminuito il nostro ruolo - dice il direttore di Fidicomtur Como Paolo Pazzagli - credo che la raccolta delle cosiddette soft information e la loro valorizzazione al servizio del sistema bancario sia una sfida strategica per il futuro dei confidi. Sempre di più le istruttorie si basano sui parametri di bilancio, ma è fondamentale integrare questi ultimi con una valutazione qualitativa della singola impresa».

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