Delusione comasca
per il “Made in Italy”

Il semestre di presidenza Ue si è concluso
senza provvedimenti a tutela dei prodotti

Le «incomprensibili resistenze» del parlamento europeo sono state la causa, almeno a detta del presidente del consiglio, Matteo Renzi, della sconfitta italiana nel semestre di presidenza Ue sul tema del “Made in”. «È una storia che dura da tantissimi anni - dice Claudio Taiana, presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como - Le aspettative della vigilia erano che durante il semestre italiano si potesse mettere la parola fine sull’annoso problema del “Made in”, varando una norma di sicurezza per il consumatore e di valorizzazione della capacità produttiva, della storia e della credibilità di un Paese». Il percorso, invece, ha ancora una volta subito resistenze enormi all’interno della comunità europea. «Avendo delegato il manifatturiero ai paesi extraeuropei - prosegue Taiana - la Germania in testa e, subito dietro, le nazioni del Nord Europa si contrappongono ai paesi produttori, come il nostro. Speravamo fosse la volta buona; lo scrollone finale, invece, non è avvenuto».

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