Distributori automatici
Il futuro passa da Como,
si paga con lo smartphone

Paytec, sede a Rovellasca, ha sviluppato un nuovo sistema di pagamento via app. Vicino l’addio a monete e chiavette: «Con Opto tutto è più semplice e sicuro»

“Sono solo macchinette” potrebbe dire qualcuno parafrasando un grande successo di Edoardo Bennato. Potrebbe dire sbagliando perché la nuova generazione dei distributori automatici, le cosiddette vending machines, sono un concentrato di tecnologia in continua evoluzione.

Tecnologia 4.0

Chiavette e carte di credito per pagare il caffè stanno per andare in pensione: i distributori automatici di nuova generazione sono sempre più smart grazie all’adozione di tecnologie IoT, alla connettività, alla tecnologia digitale, alle modalità touch screen ai pagamenti pagamenti mobile. tanto che il Mise ha esteso l’agevolazione fiscale dell’iperammortamento al 250% anche ai distributori automatici facendoli entrare di diritto nell’Impresa 4.0.

Ed è un futuro, che è già presente, in cui Como gioca un ruolo da protagonista.

Paytec è una piccola azienda, con sede a Rovellasca, che in totale tra ingegneri e commerciali conta una trentina di dipendenti. Una piccola realtà, altamente specializzata, nata più di trent’anni fa e cresciuta focalizzandosi sulla tecnologia per il pagamento nel settore della distribuzione automatica, bevande e merendine, ma anche medicinali e biglietti dei parcheggi.

Costanti gli investimenti in ricerca e sviluppo. È così che Paytec ha messo a punto un nuovo sistema, altamente innovativo, per rendere ancora più accessibili le macchine ai consumatori. «Il progetto è semplice, su ogni distributore installiamo un piccolo lettore ottico – spiega Enrico Broggini, l’amministratore delegato dell’azienda – con un sensore capace di leggere la luce emessa dallo schermo di un telefonino. Basta scaricare la nostra applicazione Opto e tramite il bluetooth lo smartphone e il distributore parlano e trasferiscono il credito erogando il caffè o il cappuccino desiderati. È un pagamento completamente sicuro, implica l’apertura di un piccolo conto a tutti gli effetti bancario. Il metodo apre a nuove possibilità, ad esempio, un lavoratore di Como può offrire in tempo reale una cioccolata ad un collega che si trova davanti ad un distributore a Roma.Ed è uno strumento anche social, si potrebbe pensare anche a una grande colletta nazionale per donare all’Unicef un centesimo per ogni tè bevuto. A quel punto i distributori formeranno una rete, in un momento, quello della pausa caffè, che rappresenta un breve e libero incontro tra milioni di persone. Con 800mila distributori automatici in Italia smaterializzare il pagamento significa ideare nuovi business e nuove forme di socialità».

Le possibilità IoT

Nel prossimo decennio, sostengono i ricercatori che lavorano sulle tecnologie IoT, gli oggetti, gli elettrodomestici, saranno sempre più connessi, saranno in grado di pensare e dialogare. «Crediamo che il futuro, anche nei micro pagamenti, passerà attraverso la digitalizzazione – dice Broggini – il contante ha più di 3mila anni, ha fatto il suo tempo. La moneta in particolare è un costo, pesa, bisogna ritirarla, contarla, depositarla in banca e poi ci sono i vandali. Quanto alle carte di credito sono una tessera di plastica con sopra scritte delle cifre, è un’invenzione superata pensata negli anni Cinquanta che espone alle truffe, alle clonazioni. In particolare i metodi “senza contatto” per versare meno di 25 euro non prevedono più l’inserimento di un pin, di una password, basta avvicinare il lettore e non è raro scoprire dei veri piccoli furti. Per il caffè hanno funzionato a lungo le chiavette, incentivano al consumo nei posti di lavoro e nelle aziende. Ora però, almeno negli ultimi cinque anni, possiamo sfruttare il nuovo mondo della tecnologia».

Opto è un servizio già brevettato che è in attesa del lancio ufficiale, l’azienda sta predisponendo le vendite per arrivare ai singoli distributori dei clienti. Opto, www.optopayment.com, è compatibile sia con i sistemi operativi Android che Ios, per il corretto funzionamento serve un modello di telefono non troppo antiquato. Paytec per anni si è occupata di costruire anche attraverso un’officina i lettori per contare, validare e verificare le monete, i gettoni, poi ha lavorato sulle chiavette, adesso è tempo di applicazioni per telefonia mobile e bluetooth.

Paytec opera al 50% sul mercato italiano, ad eccezione del Sud America la restante quota di vendite guarda all’Europa, alla Germania, alla Francia, all’Austria e alla Spagna. «Sì, ma restiamo una azienda piccola rispetto ai colossi internazionali – racconta l’amministratore delegato – eppure grazie alla chiave dell’innovazione possiamo riuscire a concorrere a livello globale. Opto è il frutto di più collaborazioni con l’estero, abbiamo lavorato ad esempio con una realtà spagnola che si occupa dei pagamenti immediati, Dinube, per escogitare la lettura attraverso la luce degli smartphone ci siamo rivolti al MIT di Boston e al Politecnico di Barcellona, due atenei meritatamente blasonati. Oggi la tecnologia permette anche ai medio piccoli, alle imprese di provincia che dispongono di risorse e mezzi limitati, di fare cose che un tempo erano concesse soltanto ai giganti, alle multinazionali». Questo non significa che sia facile, ideare, concretizzare, brevettare e lanciare sul mercato una start-up è un processo delicato e molto veloce. Paytec con Opto si propone di rivoluzionare da subito il settore del vending, della distribuzione automatica, ma non è impossibile che l’invenzione abbia ricadute su tutti i sistemi di pagamento.

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