Filiera tessile, bene l’export nel primo trimestre. Ma ora una frenata

Il settore Tra gennaio e marzo 347 milioni di euro: + 12%. Scenari meno postivi per i prossimi mesi nel Comasco. Tra le cause il «raffreddamento generale dei consumi»

Il valore complessivo delle esportazioni del distretto tessile comasco nei primi tre mesi dell’anno è stato di 347 milioni di euro, una variazione rispetto allo stesso periodo del 2022 di +12,3%.

Ottimo quindi il dato a inizio anno, mentre l’andamento relativo al secondo trimestre non si annuncia altrettanto positivo.

Si segnala un ritorno al 2019 per i valori del tessile con una curva che si va stabilizzando, dopo un triennio che ha visto la caduta dei consumi nel lockdown, un rimbalzo successivo per il nuovo approvvigionamento magazzini e che oggi attraversa una fase di riflessione di difficile interpretazione, ma dovuta in gran parte al generale raffreddamento dei consumi.

L’analisi

Si registra infatti un calo dei volumi in primavera - estate: i dati sono ancora in lavorazione ma, in particolare in aprile 2023, si annunciano in negativo e, attualmente, si sono verificati alcuni fermi di produzione. È una situazione che si presume temporanea in parte per le ottime e recenti performance del settore e soprattutto per la spinta della Bce all’aumento dei tassi per provocare una contrazione della domanda del mercato, nella logica di contenere l’inflazione, con una ricaduta anche su tutta la filiera dell’abbigliamento.

La fase attuale di rallentamento, dopo un 2022 superlativo, «è anche l’occasione per le imprese comasche per investire soprattutto in formazione e per prepararsi a tutte le richieste che la normativa europea prevede di introdurre per il tessile con l’obiettivo di ridurre l’impronta ambientale sia nelle fasi di produzione che di gestione degli scarti», ha spiegato Federico Colombo, presidente del Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como, intervenuto ieri al Centro Tessile Serico Sostenibile dove sono stati presentati i dati sulle esportazioni dei prodotti tessili e accessori del distretto comasco nel primo trimestre 2023. L’indagine è stata curata dall’Osservatorio del distretto tessile di Como con la collaborazione della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo rappresentata da Stefania Trenti con Laura Campanini,

È la Turchia che, a inizio 2023, ha aumentato le importazioni dal distretto con un incremento del 42% rispetto al primo trimestre 2022 «perché, con una avvicinamento delle filiere produttive, sono aumentati i volumi del confezionamento in Turchia, che quindi importa tessuti dall’Italia» è l’ipotesi di Guido Tettamanti, segretario Gruppo Filiera Tessile Confindustria Como che ha interpretato i principali dati.

Il valore del made in Italy

Da segnalare la Francia che con +11% e un valore di import di quasi 80 milioni è di gran lunga il principale importatore di tessuto di fascia alta. «La Francia continua a credere nel Made in Italy - ha aggiunto Colombo – e resta il Paese che maggiormente interpreta la qualità italiana finalizzata al mercato del lusso».

Proprio la Francia è il primo Paese europeo ad aver dotato i capi di abbigliamento di indicazioni trasparenti su tutti e quattro i passaggi di lavorazione e si presume, auspicabilmente, che questo fattore aumenti l’interesse da parte dei band per la filiera tessile italiana affinché il maggior numero di passaggi sia realizzato nel nostro Paese, dove le lavorazioni si confermano sinonimo di qualità e durabilità. Sono proprio questi i due elementi che pare possano caratterizzare la nuova moda sostenibile così come si va ideando attraverso le normative Ue.

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