Franco svizzero giù
In fumo il 9%
dello stipendio

Non accadeva dal dicembre di due anni fa che l’euro si trovasse sopra l’1,10 sulla moneta elvetica. Aureli: «In passato il cambio aveva favorito le imprese»

Bisogna tornare indietro di un parecchio tempo - al dicembre 2019 - per trovare l’euro sopra quota 1,10 rispetto al franco. Il che significa, in prima battuta, stipendi più leggeri, seppur di poco, per i frontalieri o per dirla con alcuni esperti del settore “stipendi che ritornano al potere d’acquisto di un anno e mezzo fa”.

I trend

La moneta europea anche ieri non ha arrestato la sua corsa. A metà pomeriggio (fonte Banca Centrale Europea) l’euro veniva scambiato sopra quota 1,10 nei confronti del franco svizzero e precisamente a 1,1029.

Quella dell’euro è stata una progressione significativa da qualche giorno a questa parte, considerato che a metà della scorsa settimana veniva scambiato a 1,0806. Nelle ultime quarantotto ore, l’euro ha toccato anche quota 1,1057 in un discorso globale che ha visto anche il dollaro recuperare terreno rispetto alla moneta rossocrociata. L’agenzia di stampa svizzera Keystone ha fatto sapere che ci sono motivi diversi che hanno portato al rafforzamento dell’euro, legati in parte importante anche al Covid, con le vaccinazioni che giorno dopo giorno stanno lentamente riportando il sereno, facendo tornare un minimo di fiducia negli investitori, con il franco svizzero al momento (in parte) accantonato in quanto considerato una moneta “di rifugio”, su cui puntare durante le turbolenze internazionali. Un cambio di scenario, rispetto ai mesi scorsi, che ribalta gli equilibri di cambio con tutte le dinamiche connesse nei territori di confine qual è la provincia di Como.

«Questo saliscendi del franco con l’euro che negli ultimi giorni è andato via via rafforzandosi rappresenta la dimostrazione di come lo stipendio dei lavoratori frontalieri è subordinato in modo diretto alle fluttuazioni del cambio - sottolinea Sergio Aureli, esperto di questioni transfrontaliere -. Siamo passati da una situazione di equilibrio in cui uno stipendio in franchi equivaleva ad uno stipendio in euro (quindi cambio “1 a 1”) all’attuale situazione in cui uno stipendio in franchi subisce una piccola riduzione rispetto al recente passato, nell’ordine di circa 90-100 franchi ogni 1000 franchi».

Sergio Aureli fa notare anche ricorda che “quando il cambio era “1 a 1”, alcune aziende impropriamente aveva cercato di ridurre gli stipendi per riequilibrare il potere d’acquisto. Una situazione che aveva creato parecchie polemiche, perché si scaricava sui lavoratori il rischio aziendale. E in questo contesto, va rimarcato il fatto che il cambio - a seconda delle situazioni - può essere a favore dei lavoratori, ma anche delle imprese».

Il monitoraggio

Una situazione, quella in essere, che viene monitorata con grande attenzione anche dalla Banca Nazionale Svizzera, impegnata da tempo ad evitare un corposo rafforzamento del franco. Con l’euro su questi livelli, la Banca Nazionale Svizzera può tenersi ai margini della vicenda, senza dover intervenire in prima persona.

C’è anche un altro aspetto legato a questo rafforzamento dell’euro e direttamente connesso ai grandi investitori che sul mercato stanno vendendo quote importanti di aziende svizzere (ne fa esplicito riferimento l’agenzia Keystone), liberandosi così anche del franco.

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