Henkel, ultimo atto
Il sì dei lavoratori
all’accordo quadro

Il documento approvato all’unanimità. Da 22 dei 75 dipendenti disponibilità al trasferimento nelle sedi italiane della multinazionale o in Germania

Approvata all’unanimità dai lavoratori in assemblea, ieri mattina, l’ipotesi di accordo quadro sottoscritto la scorsa settimana dai rappresentanti sindacali per la risoluzione della vertenza dello stabilimento Henkel di Lomazzo.

Chiusa la produzione di detergenti per la casa il 30 giugno scorso, in linea con l’annuncio della multinazionale di febbraio, l’accordo prevede che i 75 dipendenti rimasti in azienda saranno in permesso retribuito con stipendio al 100% finché non verrà attivata la cassa integrazione straordinaria per 12 mesi.

Corsia preferenziale

Nel corso di questo periodo alcuni di loro potranno accedere in modo preferenziale ai posti che potrebbero rendersi disponibili nelle sedi Henkel: in Lombardia sono a Casarile, a Zingonia e Milano, solo per gli uffici, in Lazio c’è il polo di Ferentino e la sede centrale è a Düsseldorf in Germania. Sono 22 i lavoratori che hanno già dato la loro disponibilità e per questo riceveranno un incentivo per sostenere la pendolarità o il trasferimento abitativo.

Si stima che un’altra ventina di lavoratori potrebbero avviarsi, dopo l’anno di cassa integrazione straordinaria e due anni di Naspi, al pensionamento.

Infine, alcuni dipendenti è possibile che decideranno di non utilizzare gli ammortizzatori sociali e usufruiranno subito di un incentivo all’uscita dall’azienda. I rimanenti, nel corso della cassa integrazione, saranno accompagnati da un servizio di outplacement.

Così a cinque mesi dalla notizia della chiusura del polo di Lomazzo e dopo un coinvolgimento anche di Regione, ieri all’assemblea le rappresentanze di Cgil, Cisl, Uil, Allca-Cub, Rsu e Rsa hanno ottenuto il mandato pieno dai lavoratori a sottoscrivere, risolte alcune verifiche nell’arco di questa settimana, il testo definitivo concordato con l’azienda.

«I lavoratori hanno accettato, loro malgrado, l’accordo che era sul tavolo. Questo perché non esisteva un piano B. L’intesa raggiunta ha tenuto conto di tutte le fasce di età dei dipendenti presenti nello stabilimento e ha cercato di offrire loro la miglior soluzione possibile, viste le condizioni. Non si può dire che se ne esca contenti, ma sicuramente in un contesto di coperta corta si tratta di un’intesa che almeno tiene al caldo po’ tutti». È il commento di Marco Felli, operatore Femca Cisl dei Laghi.

«Ora andremo a comunicare all’azienda l’esito delle assemblee – prosegue Felli -, così che si possano attivare i diversi passaggi di uscita. Fino al 30 settembre tutti i dipendenti dell’azienda continueranno a ricevere stipendio pieno, chi prima di quella data decidesse di uscire volontariamente potrà beneficiare di un incentivo. Vi sarà contestualmente l’attivazione della Cigs e da subito è prevista la messa in atto di politiche di outplacement par aiutare il personale nella ricerca di un lavoro, Nelle diverse formule si è tenuto conto delle fasce di età, dell’anzianità anagrafica e aziendale, della pensionabilità e della volontarietà alla ricollocazione in altri stabilimenti della multinazionale tedesca».

La dismissione

Circa 15 dipendenti, sui richiesta dell’azienda, rimarranno per seguire le fasi di smantellamento degli impianti che dovrebbero concludersi a inizio 2022. Si porrò allora il tema della bonifica della struttura che è di proprietà di Henkel.

Resta il nodo dell’assenza di una legge che tuteli il lavoro e l’economia italiana dalla libertà che le multinazionali hanno di poter scegliere in autonomia se e quando dislocare la produzione altrove. In questo caso la produzione di detergenti Henkel viene spostata da Lomazzo in parte in Germania, se destinata al mercato europeo, e in parte a Ferentino, se destinata all’Italia.

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