Il tessile cresce
e ora assume
«Con prudenza»

Da Taborelli sono entrate 12 persone in sei mesi

Brenna: «A tempo determinato? I bravi restano»

È il settore che ha cominciato a respirare per primo. Che cresce, soprattutto grazie all’export. Ma questo passa anche dall’occupazione o nulla si muove?

Qualche segnale si vede, sul fronte dei contratti a tempo determinato per rispondere alle richieste del mercato. Ma intanto il segnale è che si osa di più: «Ed è chiaro che i dipendenti validi si confermano».

Alla tessitura Taborelli ad esempio quest’anno sono entrate 12 persone, spiega Ambrogio.

I segnali

In questa settimana si è acceso il dibattito sulla possibilità di reclutare personale in tempo breve, soprattutto per i piccoli: lo aveva evidenziato il presidente di TessiliVari Matteo Cavelli (che ha anche un’azienda a Lurago Marinone), in risposta ai sindacati. Il contratto nazionale siglato da Sistema Moda Italia, va bene più per i grandi e grava per gli aumenti, ponendo troppi vincoli, diceva. Mentre oggi il tessile per crescere deve muoversi con la stessa velocità del mercato.

La Taborelli ha circa 400 persone tra l’Italia e l’estero e quest’anno ha potuto prendere appunto nuove forze: «Dodici, appunto. Giovani, anche se all’occasione non prendiamo solo quelli.Le norme? A livello generale devo dire che non trovo giusto spostare la flessibilità sui giovani di fatto ,mentre non si tocca l’articolo 18. Comunque oggi dobbiamo dare risposte al mercato».

Il Jobs act ha portato segnali in questo senso». E se si entra con il contratto a tempo determinato e si è bravi, nell’azienda ti tengono stretto, è la rassicurazione.

Da confermare

Come fa anche Graziano Brenna, che quest’anno ha siglato cinque contratti ad altrettanti ragazzi: «Noi (tra le aziende è nata la rete del Filo d’oro) stiamo assumendo, piano piano, Certo, quando il lavoro tirava lo facevi con più “leggerezza”. Ora si medita di più, si calibra. Ma dopo quattro, cinque anni che non si facevano assunzioni: prima arrivava un ordine e si cercava di realizzarlo».

Con le forze che si avevano. Ora si osa di più: «La situazione è migliorata e lo vedo dall’ottimismo, anche dal punto di vista della mia clientela. C’è meno depressione. Magari si riscontra meno nei numeri, ma è così. E sono felice di aver preso dei giovani». Destinati appunto a restare, appena si potrà.

Brenna non se la sente nemmeno di criticare il credito, a cui l’industria ha lanciato un appello: «Mai avuto difficoltà con loro, l’imprenditore deve anche mettere in gioco le proprie risorse».

L’occupazione riprenderà a sua volta? Fulvio Alvisi, vicepresidente della Camera di commercio e alla guida dei disegnatori, guarda agli Stati Uniti: «L’elemento forte in effetti sarà quando cambierà il dato della disoccupazione. Negli Usa un po’ sta accadendo».

Si spera in un contagio positivo, dunque. Intanto «il miglioramento c’è sull’export e su alcuni Paesi ben radicati, dalla Russia all’India, fino agli stessi Stati Uniti, con una curva più lunga di ripresa»,

Da noi è cambiato il clima «e c’è più fiducia, dovuto alla situazione anche politica, pur aspettando ancora segnali concreti».

«Speriamo - sorride Alvisi - che i giovani oltre a fare cose eccezionali, ci diano una bella dimostrazione così da essere presto rottamati».

Il sindacato osserva, tra preoccupazione ma anche proposte. Il clima con TessiliVari resta teso , ma non mancano le proposte.

«Abbiamo visto quello di Unindustria sul patto generazionale - rileva Flaviano Romito, Femca Cisl - e lì ci sarebbe piaciuto discuterne insieme, prima». Perché da questo momento, ancora delicato si esce uniti: «E non ci sono lavoratori di serie A o B, speriamo di uscire presto dal blocco del contratto».

Anche perché le imprese piccole, con un mercato spesso nei confini italiani, sono quelle che stanno soffrendo maggiormente. n

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