Imprese di Como. Nei primi sei mesi buoni segnali: +2%

Confindustria Lieve recupero rispetto alla fine del 2022 ma pesano rialzo dei tassi e carenza di manodopera . «Aumenteremo gli sforzi sull’orientamento scolastico»

Segnali positivi dal tessuto economico comasco sottoposto a una serie di elementi che stanno mettendo in difficoltà le aziende, dalla mancanza di manodopera all’innalzamento dei tassi di interesse.

«Il confronto del primo semestre di quest’anno rispetto alla seconda parte del 2022 fa emergere una dinamica leggermente favorevole, seppur di entità contenuta, con un piccolo miglioramento nei principali indicatori in termini di ordini, produzione e vendite - dichiara Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como - In confronto, però, allo stesso periodo dell’anno precedente si riscontra un segno negativo rispetto in particolare a domanda e fatturato».

I dati dei primi sei mesi del 2023, elaborati dall’Osservatorio di Confindustria Como, confrontati con il primo semestre del 2022, rivelano per le aziende delle provincia di Como una diminuzione della domanda (-3,2%) e del fatturato (-0,6%) mentre l’attività produttiva è in crescita (+2,1%). Il raffronto con il semestre luglio-dicembre 2022, evidenzia invece un incremento medio pari al +2,1% per i tre indicatori. La capacità produttiva impiegata tra gennaio e giugno 2023 si attesta al 68,8%.

«Sottesi a questa fotografia in chiaroscuro – prosegue Brenna - permangono alcuni punti critici a partire dalla contrazione dei margini di profitto, causata dai maggiori costi operativi e dall’incremento dei costi dell’accesso al credito, generati dall’innalzamento dei tassi di interesse».

Le materie prime

In merito all’acquisto delle materie prime tra gennaio e marzo 2023, l’apprezzamento dei listini ha riguardato il 26,6% del campione, nel 2022 la quota era al 60,2% tra luglio e settembre, un’azienda su quattro ha invece comunicato diminuzioni dei costi. Il 27,4% delle imprese aderenti all’Osservatorio ha segnalato nel primo semestre 2023 un’estensione delle tempistiche necessarie a ottenere le merci (era il 54,5% nella seconda metà del 2022), il 15,5% ha indicato di aver ricevuto quantità di beni inferiori ai fabbisogni e il 16,7% di aver riscontrato un peggioramento della qualità delle forniture.

Come hanno reagito le imprese? Il 7% ha limitato parte dell’attività aziendale, il 16,4% è stato costretto a riorganizzare il lavoro e l’attività produttiva, il 46,2% ha segnalato marcati impatti sui costi di produzione, mentre quasi tre realtà su cinque (59,5%) hanno indicato una contrazione dei margini di profitto. «Sul lato occupazionale, la propensione all’espansione di gran parte delle imprese si trova a dover fare i conti con la difficoltà nel reperimento di nuovi collaboratori riscontrato da oltre la metà delle aziende. In questo senso, l’impegno di Confindustria Como sarà, nei prossimi mesi e anni, sempre più forte per favorire un efficace orientamento dei giovani e supportare una formazione, anche di alto profilo, professionalizzante che riesca a diminuire l’eccessivo mismatch che rappresenta la vera emergenza di questi anni» conclude Brenna.

Le assunzioni

Un’impresa comasca su due, il 54,1%, ha segnalato difficoltà nel trovare personale con esperienza. Le aspettative occupazionali confermano il quadro tracciato per il semestre gennaio-giugno: il 65,4% dichiara stabilità, il 25% espansione, il 9,6% riduzione. Nonostante le problematiche, un’azienda su due ha segnalato di aver realizzato o di stare realizzando interventi legati alla sostenibilità ambientale (51,1%).

Sul fronte delle previsioni, le ipotesi indicano una diminuzione per la domanda (-1,6%), una sostanziale stabilità per la produzione e un lieve incremento per il fatturato (+1,4%).

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