In Ticino gli stipendi
più bassi della Svizzera
«Colpa dei frontalieri»

Ticino cantone più povero. Piero Marchesi (Udc):«Bisogna abolirela libera circolazione»

Non poteva mancare un attacco alla libera circolazione il giorno dopo l’annuncio dell’Ufficio federale di Statistica relativo al fatto che il Ticino - con un salario mediano di 5.546 franchi contro una media federale di 6.665 franchi - è nuovamente risultato all’ultimo posto della graduatoria federale. Peraltro la “forbice” si è allargata - ad esempio - con Zurigo dove il salario medio si è attestato a 7.113 franchi. «Abolire la libera circolazione - ha affermato in modo perentorio il consigliere nazionale dell’Udc, Piero Marchesi - è l’unica ricetta in virtù delle attuali dinamiche, dove gli stipendi scendono, le persone in assistenza aumentano, i giovani emigrano oltre Gottardo e gli artigiani devono vedersela con la concorrenza dei padroncini. Senza dimenticare che il rischio povertà cresce».

Dunque torna in auge un tema - quello dell’abolizione della libera circolazione - che negli anni ha creato parecchie frizioni lungo la linea di confine. Il report dell’Ufficio federale di Statistica ha preso anche in esame le differenze salariali tra settore e settore. «A metà della piramide dei salari si trovano rami come il trasporto terrestre (6310 franchi), la sanità (6821 franchi), l’industria meccanica (7141 franchi) e il commercio all’ingrosso (7145 franchi) - ha fatto sapere l’Ufficio federale di Statistica -. Alla base della piramide troviamo, tra gli altri, il commercio al dettaglio (4997 franchi), la ristorazione (4479 franchi), i servizi di alloggio (4488 franchi) e i servizi personali (4211 franchi)». Molti di questi segmenti riguardano direttamente i frontalieri, a cominciare da quelli impegnati nella ristorazione sia in Ticino che nei Grigioni, ricordando che quello preso in esame dall’Ufficio di Statistica che fa capo a Berna è il salario lordo. Da rimarcare anche il fatto che «nel complesso, tra il 2008 e il 2020 la forbice generale dei salari - ovvero la differenza globale tra i salari più elevati e quelli più bassi,- è rimasta relativamente stabile in tutti i settori economici. Nello stesso periodo, i salari del 10% delle persone meglio retribuite sono aumentati dell’11,8%. Con una progressione del 9,3%, l’aumento salariale per i dipendenti appartenenti alla “classe media” è stato quello meno marcato, mentre l’aumento salariale del 10% delle persone meno retribuite si è attestato all’11,6%».

Infine un’ultima annotazione: nel 2020, oltre un dipendente su tre (il 36,3% contro il 32,8% nel 2018) ha ricevuto bonus, vale a dire pagamenti annuali irregolari in aggiunta al salario di base. Nel dettaglio, il valore monetario dei bonus corrisposti su base annuale ha raggiunto una media di 10142 franchi (contro i 9913 franchi del 2018).

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