La Svizzera frena, Como trema
Ma il Ticino resta ottimista

La battuta d’arresto per il Pil divide. L’associazione industriale ticinese: «Ordinativi consistenti e così la voglia di innovare». Brenna: «Abbiamo fiducia Guardiamo piuttosto agli Usa»

Il Pil svizzero per una volta si ferma. E i timori accomunano la Confederazione e l’Italia, Como in testa.

Nel secondo trimestre del 2014 il Pil - per cui si era prevista una crescita dello 0,5% - è rimasto immobile.

Verdetto risuonato degli economisti: le difficoltà di Francia ed Italia ma anche la frenata della Germania hanno prevalso. Persino sui virtuosi vicini di casa.

Eppure l’economia svizzera continua a dimostrarsi vitale e attirare nuovi investimenti. Passando dall’immediato vicino, il Ticino. Che cosa sta accadendo?

«Secondo il direttore dell’ Associazione industrie ticinesi Stefano Modenini non bisogna stracciarsi le vesti: « Gli ordinativi sono abbastanza consistenti e le imprese sono riuscite a fare fronte al rafforzamento del franco svizzero degli ultimi due anni in particolare. Anche la propensione agli investimenti è abbastanza presente, segno che diverse imprese stanno innovando per rafforzare la posizione sui mercati».

Preoccupato ancora di più il mondo dell’arredo in Brianza, invece, come testimonia Alessandro Besana, referente dell’internazionalizzazione per Unindustria: «Pesa lo scenario economico internazionale. E siamo preoccupati per le sanzioni della Russia e ciò che hanno comportato».

Graziano Brenna, vicepresidente di Unindustria, mantiene la fiducia: «Vedo voglia di reagire. Guardiamo piuttosto agli Usa, che si riprendono».

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