Le imprese degli Ncc
A Como 500 attività
ferme da tre mesi

A parte i 600 euro, niente cassa integrazione per 150 aziende. Berini (Confartigianato): alberghi chiusi, al più presto il via libera tra regioni

Legato al turismo, ai viaggi d’affari internazionali, alle aperture di alberghi ed aeroporti, il settore del trasporto di persone attraverso noleggio con conducente sta vivendo una crisi mai attraversata in precedenza.

Le organizzazioni di categoria stimano un crollo del fatturato del 90% nel primo quadrimestre del 2020 in relazione allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il settore infatti, che a Como conta oltre 150 imprese con più di cinquecento addetti e che aveva già risentito del calo dei viaggi internazionali nei primi due mesi dell’anno, si è completamente fermato alla fine di febbraio: scuolabus, autoveicoli ed autobus sono stati parcheggiati e ancora oggi sono fermi.

«La situazione è gravissima – spiega Gianluigi Berini, presidente della categoria Trasporto persone di Confartigianato Como – e al momento non vediamo una via d’uscita. Per la ripresa delle nostre attività – prosegue – è fondamentale che venga dato al più presto il via libera ai viaggi tra le regioni e che siano riaperte le frontiere: i continui rinvii creano incertezza tra tutti gli operatori della filiera turistica e tra gli stranieri che vorrebbero prenotare ma non sono sicuri di poter venire in Italia. Inoltre – dice ancora Berini – la Lombardia continua ad essere dipinta come il centro dell’epidemia e questo certamente non aiuta.

Da un punto di vista economico, numerose imprese rischiano di saltare. Come artigiani – dice ancora Berini –, abbiamo ricevuto il bonus da 600 euro, certamente insufficiente, e per i nostri dipendenti la situazione è ancora peggiore visto che nella grande maggioranza dei casi non hanno ricevuto la cassa integrazione».

Le prospettive non sono positive sia per l’interruzione del periodo di copertura della cassa (che potrà essere utilizzata nuovamente in autunno), sia per la difficoltà di adottare alcuni accorgimenti di sicurezza come il distanziamento: «Un pullman da cinquanta posti dovrebbe essere riempito al 50% per rispettare le regole sulla distanza tra le persone, ma questo non è sostenibile economicamente». Inoltre, spiega ancora l’imprenditore, «al momento non abbiamo nessun segnale, neppure dagli alberghi con cui lavoriamo, spesso incerti sulla data di riapertura e sull’opportunità stessa di riprendere l’attività in questa stagione; se dovesse affacciarsi un turismo di prossimità, con la presenza di italiani e stranieri che raggiungono in auto la nostra provincia oppure utilizzano il trasporto pubblico, saremo comunque tagliati fuori».

Attraverso l’azione sindacale delle associazioni, il settore è riuscito ad ottenere la sospensione delle rate dei leasing fino a settembre, ma anche questi costi si riproporranno tra poco più di tre mesi.

Giovedì si è svolto un incontro in Regione Lombardia, in cui le organizzazioni di categoria, dopo aver illustrato la situazione difficile che stanno vivendo le imprese, hanno chiesto un intervento concreto di sostegno al settore. In effetti, in alcune regioni, come il Piemonte e la Campania, sono state individuate risorse per far arrivare un contributo a fondo perduto a taxi e ncc: per autisti di taxi, auto con noleggio con conducente e per i titolari di scuolabus campani sono arrivati 2mila euro di contributo, mentre mille sono andati ai piemontesi.

In Lombardia, il settore ha chiesto uno stanziamento complessivo di 20 milioni, attraverso cui sostenere le imprese che gestiscono gli oltre 10mila veicoli operativi nel trasporto delle persone nella nostra regione.

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