Le nuove chance dalla Cina
danno speranza a Como

Il taglio dei dazi un segnale ma non solo. Pur nelle turbolenze. E intanto la boutique della Bric’s a Milano ha già i cinesi come primi acquirenti

Non è solo crollo di Borsa: la Cina porta anche dei timidi segnali di apertura verso le aziende. Come il taglio dei dazi.

Sarà questo per Como l’anno del Dragone, tanto più visto che contemporaneamente si è scatenata la tempesta nel mercato arabo? E già la Russia è un tasto dolente da tempo.

Il tessile principalmente, ma anche l’arredo, guardano con attenzione. E pure altri settori. Uno per tutti, quello rappresentato dalla Bric’s. Il governo cinese non si è scongelato un po’ per generosità, ma perché ha capito che sempre più cinesi, viaggiando comprano all’estero.

Come può già testimoniare nei fatti l’azienda di Olgiate Comasco, della famiglia Briccola. «Nella nostra boutique di Milano - spiega Attilio, direttore generale - sono loro i primi acquirenti». Lui partirà per Hong Kong - per l’ennesima volta - lunedì prossimo. Conosce bene il mercato e sottolinea: «È una situazione complessa lì, anche per le ultime turbolenze. E da qualche mese i consumi hanno vissuto una depressione. Contrazione innegabile. Vero che Shanghai lo scorso anno ha perso solo una piccola parte di ciò che aveva guadagnato prima, ma la tensione c’è».

Ma quanto entra del made in Como in questo Paese? Secondo i dati camerali, attualmente è l’ottava nazione importatrice: salita da 126 milioni di euro a 157 in un anno(quindi +20% nel 2014).

Il tessile ha molte speranze. E anche l’arredo, che sta puntando sulla Cina anche con il Salone del Mobile.

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