Lusso sul lago di Como
È caccia alle ville
nonostante la crisi

Contratti chiusi con investitori stranieri per Villa Savoia a Moltrasio e Villa Lina a Laglio. E a Pognana il cantiere: boutique hotel su tre proprietà

Luogo d’eccellenza prima di sangue blu, poi delle star system e di buoni portafogli. Con la sua impressionante ricchezza paesaggistica e architettonica, il lago di Como continua ad attirare investitori che puntano su immobili di pregio da trasformare in casa vacanze o strutture alberghiere. Il fermento immobiliare non si è fermato nemmeno durante il Covid. A conferma del trend, la recente vendita di due gioielli, tra gli ultimi di fascia alta rimasti: Villa Savoia a Moltrasio e Villa Lina a Laglio.

La prima magione, che porta il nome della famiglia reale italiana, è stata edificata nel 1857 a picco sul lago. Immersa in un ampio giardino di 1.700 mq, mantiene il suo fascino principesco come l’antica darsena, rimasta pressoché inalterata. Disposta su tre piani, per complessivi 500 mq, la residenza comprende quattro caratteristiche camere oltre a cucina, soggiorno e spazi di servizio. La trattativa si è svolta nella massima riservatezza. Quel che trapela è che il nuovo proprietario, un magnate olandese, dovrebbe aver sborsato una cifra tra gli 8 e i 10 milioni di euro. Se ne è innamorato subito e, una volta restaurata, ne farà la sua residenza estiva.

Top secret anche la trattativa che ha interessato villa Lina, complesso che dista un centinaio di metri da Villa Margherita, guest house del buen retiro dei Clooney. Valore stimato: più o meno 10 milioni di euro. Cifra che non ha spaventato l’acquirente, un ricco inglese intenzionato a restituire all’antico splendore il vasto compendio. Ossia la villa principale e i giardini a lago, la casa del custode, le ex scuderie e l’ orto a monte.

«Finito l’assalto dei russi, adesso sono gli italiani e gli europei a investire sul Lario - dichiara l’architetto Fabio Bianchi, personaggio di spicco del real state lariano - Cercano proprietà importanti, con storia e vista incantevole, pronte o da ammodernare. Ormai ne sono rimaste davvero poche, le più belle affacciate sul primo bacino sono state vendute negli ultimi 10-15 anni».

In crescita

Non è un caso che sia emergendo la sponda di Bellagio, dove gli operatori segnalano un mercato in crescita. «Come diceva Giulio Cesare “Meglio essere primo qui che secondo a Roma” - gli fa eco Francesco Ugoni di Bene Habitare- C’è da aggiungere che la presenza di catene di levatura internazionale come il Mandarin di Blevio hanno contribuito a trainare le richieste anche in quelle località che in passato erano considerate meno nobili rispetto a Cernobbio, Moltrasio o la Tremezzina. I potenziali acquirenti sono sia privati sia gruppi interessati a investire nel residenziale e nell’hotellerie. Il Lago di Como è un brand così forte in fatto di turismo che nemmeno la pandemia ha rallentato la caccia di miliardari o gruppi leader nel settore dell’ospitalità».

Il turismo

Pare destinato a diventare un hotel boutique in formato allargato il cantiere in piena attività a Pognana. Il progetto fa capo a un investitore belga che ha preso tre proprietà confinanti- Villa Pontile, l’ex villa Bernasconi e un convento semi fatiscente- dando il via a lavori colossali. Due gru e un continuo alternarsi di operai fa presupporre un’altra colonizzazione di prestigio. Si guarda, va da sé al mondo post Covid con l’aspettativa che il turismo, anche quello internazionale che tradizionalmente premia il lago di Como, possa tornare ai fasti del passato.

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