«Etichette chiare
per proteggere
il made in Como»

Coldiretti sottoscrive la campagna nazionale

«Una garanzia per produttori e consumatori»

L’agricoltura nazionale - e ovviamente anche quella del Lario - ha bisogno di un’etichettatura chiara e trasparente per tutelare i suoi prodotti di punta. A dirlo è il presidente di Coldiretti Como Lecco, Fortunato Trezzi, che, parlando della consultazione pubblica lanciata sul suo sito istituzionale dal ministero delle Politiche agricole, individua in una maggior chiarezza dell’indicazione dei luoghi di produzione e trasformazione gli elementi indispensabili per garantire i produttori da un Made in Italy altrimenti non sempre tale.

Troppi escamotage

Troppi, a suo dire, gli escamotage utilizzati per introdurre nel mercato nazionale e internazionale prodotti agroalimentari che d’italiano hanno ben poco, una triste consuetudine che gli agricoltori comaschi puntano a tagliare alla radice.

«Un’etichettatura trasparente, completa ed esaustiva dei prodotti agroalimentari - spiegano Trezzi e il direttore di Coldiretti Como, Francesco Renzoni - coinvolge direttamente sia i produttori e gli operatori delle filiere agroalimentari, sia il consumatore, che grazie a essa riceve le giuste informazioni: ciò si armonizza in un percorso condiviso, che ben si inserisce nel percorso di alleanza – tra Coldiretti e i cittadini - già sancito dal Patto con il consumatore e proseguito con iniziative e progetti di successo, tra cui Campagna amica e la sua rete di importanti valori».

Fino a oggi, come detto, c’è la possibilità per tutti i cittadini di accedere al sito ministeriale e di dare la proprie opinione in merito alle introduzioni normative da proporre all’Unione Europea a salvaguardia della produzione locale e nazionale.

Un click per tutelare l’identità dell’agricoltura lariana, difendere il Made in Italy e chiedere un’etichettatura sempre più chiara ed esaustiva, tre elementi di innovazione che gli agricoltori chiedono all’Europa di fare proprie, all’insegna della massima trasparenza. Composto di 11 domande di agevole compilazione, il questionario è stato rivolto a consumatori, produttori e operatori.

Aiuto concreto

«Un atto responsabile e di aiuto concreto alla nostra agricoltura, lariana e nazionale», continuano da Coldiretti, pronti a ricordare come l’obiettivo ultimo dell’iniziativa sia l’ottenimento dell’«indicazione obbligatoria in etichetta per l’origine degli alimenti».

Una sorta di «battaglia per la trasparenza», resa ancor più suggestiva perché mai come ora i concetti di difesa del prodotto tipico, della tipicità e della produzione nazionale di qualità assumono un rilievo sempre più percepito anche dall’opinione pubblica.

Sullo sfondo, la garanzia che la normativa comunitaria offre agli stati membri circa «la possibilità di introdurre disposizioni sull’etichettatura dell’origine degli alimenti assegnando un ruolo fondamentale alle valutazioni dei consumatori in merito all’importanza di queste informazioni e il valore aggiunto attribuito ai prodotti in relazione al territorio di provenienza», concludono Trezzi e Renzoni.n

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