Mancano i giovani per le imprese. Il sindacato accusa: «Tirocini a 400 euro»

La denuncia Sandro Estelli,segretario della Filctem Cgil«Posti mal pagati e spesso senza prospettive»

La riflessione sul mismatch sempre più marcato fra domanda e offerta di lavoro, competenze in uscita non sempre allineate con le reali esigenze del tessuto imprenditoriale comasco e giovani che puntano più a continuare la carriera scolastica in percorsi accademici che a un veloce inserimento nel mondo del lavoro, coinvolge associazioni di categoria, imprenditori e istituzioni formativa, con i sindacati che assumono un ruolo interlocutorio importante.

«A rendere difficile il reperimento di risorse umane, in particolare giovani, sono a mio parere, principalmente due fattori - piega Sandro Estelli, segretario generale della Filctem Cgil di Como e Lombardia - da una parte il tipo di contratto che viene offerto, dall’altra le aspettative per il futuro dei potenziali lavoratori».

«Se parliamo di apprendistato come formula che offre la possibilità di entrare in modo stabile in una azienda credo che non ci siano grandi problemi - continua Estelli - Se parliamo invece di tirocini formativi mal pagati e magari non utilizzati per formare i ragazzi, è chiaro che i neo diplomati preferiscano scegliere altro».

È necessario inoltre che le imprese della provincia di Como facciano i conti con due correnti: la Svizzera e Milano e se le aziende del territorio non si adeguano garantendo quei benefit di cui tanto si parlava durante il Covid, si veda ad esempio lo smart working, le possibilità di assumere profili professionali qualificati continueranno a diminuire notevolmente.

«Offrire un tirocinio formativo a 400 euro al mese, magari lorde, senza neanche la prospettiva convincente che il tirocinante possa essere in seguito assunto e crescere professionalmente non porta da nessuna parte - dice ancora Sandro Estelli - Oggi i ragazzi puntano a fare il mestiere per cui hanno studiato, ma se anche lo stipendio non è tutto, durante i mesi di tirocinio la retribuzione, così come prevista dalla legge, è bassissima. È il modo peggiore per invogliare un ragazzo o una ragazza a scegliere di entrare nel mondo della manifattura. L’apprendistato così come è normato può garantire al contrario continuità e formazione»-

Non sono solo i giovani alla ricerca di un posto di lavoro; numerosi sono anche i lavoratori non più giovanissimi che oggi si ritrovano disoccupati. Alcuni riescono a riqualificarsi perché hanno avuto la possibilità di apprendere competenze tecniche che possono essere spese anche in altri settori industriali o in imprese dello stesso ambito produttivo, per molti però rientrare nel circuito lavorativo rimane un problema.

«Come sindacati abbiamo aperto un focus di discussione con i Centri dell’impiego per i quali il Pnrr ha previsto ingenti investimenti - riprende il segretario Filctem - si punta a creare sinergie per offrire insieme a industrie, Centri per l’impiego ed Enti Formativi a una formazione che sia mirata ai settori produttivi del territorio. Se servono saldatori non si possono offrire corsi per fioristi. Credo che i lavoratori abbiano capito che la formazione non è un dovere per loro, ma un diritto». Emanuela Longoni

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