Ristorni dei frontalieri. Mai così tanti: in arrivo dalla Svizzera 107 milioni di franchi

L’accordo Il fondo relativo ai redditi dello scorso anno vale 107 milioni di franchi (nel 2019 era di 90 milioni). Le risorse già versate alla fine del mese di giugno

Le delegazioni di Svizzera e Italia hanno segnato un’altra importante tappa nei rapporti - politici ed economici - tra i due Paesi, grazie al cospicuo assegno che la vicina Confederazione continuerà a versare al nostro Paese in ossequio all’accordo del ’74 sull’imposizione dei frontalieri.

La crescita

«La delegazione svizzera ha comunicato che l’importo della compensazione finanziaria sulle remunerazioni dei frontalieri per l’anno 2022 ammonta per i tre Cantoni - Ticino, Grigioni e Vallese - a 107 milioni 482 mila 210,25 franchi, già versati a fine giugno». Una cifra da record se si pensa che solo dieci anni fa l’importo dei ristorni - che corrispondono al 38,8% delle tasse pagati da frontalieri e frontaliere sul territorio federale e che la Svizzera riversa poi al nostro Paese - era di poco superiore ai 51 milioni di franchi, mentre nel 2019, l’ultimo anno pre-pandemia, i ristorni si attestavano a quota 90 milioni di franchi.

Nel contempo l’annuale incontro bilaterale - che arriva a poco meno di tre mesi dall’entrata in vigore effettiva del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri (datata 17 luglio) - ha permesso di certificare il numero dei frontalieri italiani impiegati nei tre Cantoni interessati dall’accordo, pari a 75.182. La delegazione italiana era presieduta da Paola Sarra (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e composta da rappresentanti dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera, della Regione Piemonte, della Regione Autonoma Valle d’Aosta, della Comunità Comprensoriale Val Venosta e dell’Associazione dei Comuni italiani di frontiera. A guidare la delegazione svizzera c’era il direttore della Divisione delle contribuzioni, Giordano Macchi, accompagnato dai rappresentanti delle Amministrazioni delle contribuzioni dei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese e della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali.

«Considerato che i Parlamenti svizzero ed italiano hanno approvato il nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e che lo stesso è in vigore dal 17 luglio 2023 e applicabile dal 1° gennaio 2024, quella tenutasi giovedì è stata dunque la penultima riunione in applicazione dell’accordo del 1974», si legge nella nota diffusa ieri mattina dal Dipartimento delle Finanze e dell’Economia del vicino Ticino.

La ripartizione

Da rimarcare che la delegazione italiana ha illustrato la ripartizione – tra gli enti locali interessati – delle somme ristornate per l’anno 2021, informando i rappresentanti istituzionali della Confederazione in merito alle opere realizzate ed in fase di progettazione. Sottolineatura questa importante, considerato che spesso una parte della politica ticinese ha accusato l’Italia di gestire in proprio i ristorni senza oggettivi benefici - ad esempio - per la viabilità di confine. A proposito di reazioni politiche, immancabile a fronte di questa cifra record la stoccata della Lega dei Ticinesi che con il consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha accusato il Governo di Berna di «sudditanza nei confronti dell’Italia, visti anche i 20 milioni di franchi assegnati al Belpaese che verranno utilizzati per aumentare l’accoglienza dei rifugiati».

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