«Sostenere le filiere moltiplica i benefici. Anche per i piccoli»

Le risorse I primi 4 milioni di Regione Lombardia a dodici progetti in cui sono coinvolte 112 realtà. Guidesi: «Aziende ed enti formativi, sistema più forte»

Con una dotazione di 4 milioni di euro, il bando “Innovazione dei processi e dell’organizzazione delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi industriali produttivi ed economici in Lombardia” per l’annualità 2022 – 2023 era finalizzato a sostenere l’avvio di nuove filiere e il rafforzamento di quelle già costituite, sviluppando interconnessioni tra imprese a sostegno dell’innovazione. Il contributo a fondo perduto massimo per progetto era di 400mila a copertura delle spese ammesse nei limiti del 50% delle Pmi e del 15% per le grandi imprese. I progetti di filiera ammessi sono stati 12 e 112 le imprese finanziate. Il riscontro è stato tanto positivo tanto che ai 4 milioni se ne è aggiunto un altro nel 2023 ed entro fine anno sarà emessa una nuova misura con un’importante dotazione finanziaria.

Il percorso è iniziato un anno fa su impulso dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi e in base a una strategia di politica industriale basata sull’indirizzo adottato a Bruxelles dal commissario Thierry Breton che ha scelto 14 eco-sistemi strategici su cui concentrare l’azione. A questo schema Regione Lombardia ha aggiunto maggiore flessibilità, lasciando libertà agli imprenditori di manifestare i propri progetti anche oltre i settori individuati dall’Ue.

In concreto organizzare i finanziamenti in base a bandi che rispondono alle esigenze delle filiere significa coinvolgere anche i piccoli fornitori in una organizzazione che li aiuta a crescere. «Una piccola azienda o un artigiano fornitore di una impresa strutturata che partecipa insieme al capofila a un progetto di filiera entra a contatto con un sistema più ampio, con centri di ricerca e università e condivide opportunità nuove - ha spiegato Guido Guidesi - così non solo ha la certezza di lavorare a medio termine con quel cliente, ma ha la possibilità di attingere a soluzioni che altrimenti non erano alla sua portata, alle quali magari non aveva neanche pensato».

La platea

Iniziato come sperimentazione, il bando ha coinvolto quasi 800 soggetti. «Non solo aziende, ma anche università, Its, centri di formazione professionale e istituti di credito – ha precisato Guido Guidesi - il valore aggiunto immediato del sistema delle filiere è stato mettere in connessione diretta chi magari già si scambiava beni e servizi. I singoli settori hanno presentato le loro progettualità e come Regione ci siamo mossi con strumenti ordinari e straordinari a loro supporto».

Sono emerse le esigenze più diverse: c’è chi ha presentato progetti di economia circolare, chi di formazione, chi necessità di investimenti per nuovi impianti.

«È questa diversità che ci deve costringere alla flessibilità. Soprattutto è questo sistema di dialogo continuo con le imprese che ci permette di anticipare i temi e incontrare le necessità del sistema economico nei tempi opportuni per essere davvero incisivi».

Un metodo

Si è strutturato così un metodo: l’ente regionale sostiene con finanziamenti “su misura” i territori e le loro esigenze, uno stile di lavoro efficace ma che, privilegiando l’ascolto delle aziende, rischia di non spingere per il cambiamento,

«Invece, proprio perché accada il contrario e incentivare l’innovazione, le filiere sono partecipate non solo dalle aziende ma anche da università, Its, centri di ricerca che concorrono con nuove competenze all’evoluzione dei diversi settori. Per questo non parliamo solo di filiere ma di ecosistema - aggiunge l’assessore - la condivisione delle progettualità tra tutti i soggetti crea esattamente quel principio di innovazione che nell’immediatezza è già un valore per la filiera. Una contaminazione positiva interna a ogni ambito tanto importante che già ci arrivano richieste per facilitare le connessioni anche tra diverse filiere».

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