Stipendio dei frontalieri,
la media è 4.447 franchi
Mille in meno degli svizzeri

L’Ufficio federale di Statistica ha pubblicato uno studio sull’evoluzione dei salari negli ultimi dieci anni. Il Ticino è il cantone con la crescita più bassa

Gli stipendi in Canton Ticino, nell’arco dei dieci anni che vanno dal 2008 al 2018, sono cresciuti sì, ma molto meno rispetto al resto della Svizzera. E’ l’Ufficio federale di Statistica a certificare, in quindici pagine di dettagliata analisi sull’evoluzione dei salari, il fatto che «mentre a livello federale l’incremento medio si è attestato al 7,8% (pari a 452 franchi), in Canton Ticino la crescita è stata inferiore, pari al 4,6% (229 franchi)».

Ma c’è anche un’altra differenza sostanziale da rimarcare, tutta ticinese, legata agli stipendi tra residenti (o domiciliati) e frontalieri. I primi sono quelli con un salario medio maggiore, pari a 5936 franchi i residenti seguiti dai domiciliati (permesso C) con 5496 franchi, mentre lo stipendio medio dei frontalieri si attesta a 4447 franchi (4127 euro, ndr). Una disparità evidente su cui più volte si è posto l’accento nel corso degli anni. Alla voce “salari”, nel Cantone di confine, l’incremento maggiore si è registrato tra il 2008 ed il 2010, con un +2.4% (pari a 138 franchi), mentre nel biennio 2016-2018 si è avuta la contrazione maggiore, con un meno 1,9% (184 franchi). Biennio questo in cui peraltro i frontalieri hanno avuto una crescita esponenziale fino a metà 2017, toccando quota 66046, per poi calare fino a 62053 a fine 2018.

Le diverse regioni

Oggi i nostri lavoratori occupati nel Cantone di confine sono 67311. Una fotografia, quella dell’Ufficio federale di Statistica, che ricalca quella scattata lo scorso giugno - dopo i mesi durissimi del lockdown (almeno in Ticino) - dalla Seco, la sempre solerte Segreteria di Stato dell’Economia. «Il salario lordo in Ticino (6306 franchi) - scriveva in quell’occasione la Segreteria di Stato dell’Economia - è nettamente al di sotto della media elvetica (7624 franchi). Conseguenza diretta questa del fatto che negli anni vi sono state alcune disparità tra le tre regioni: il salario medio nella Svizzera tedesca è aumentato dell’1,2%, nella Svizzera francese dell’1,1%, mentre in Canton Ticino solo dello 0,8%».

«Salari bassi, non significa dumping», sottolineava ancora la Seco. Argomento di assoluto interesse questo, considerato che spesso è stato creato - soprattutto dai partiti anti-frontalieri - un collegamento diretto tra la crescita ridotta dei salari e l’aumento del numero di frontalieri, in virtù del fatto che - laddove il Contratto collettivo non ha ancora fatto breccia - è il mercato a dettare le regole degli stipendi.

Gli annunci

Anche alcuni dei recenti annunci di lavoro “per soli frontalieri” testimonierebbero come «lo stipendio che può andar bene ad un frontaliere, difficilmente può permettere ad un ticinese di arrivare a fine mese», in virtù di alcuni fattori legati al costo della vita oltreconfine ed a spese fisse, come la “cassa malati”.

Tornando all’analisi dell’Ufficio federale di Statistica, si scopre un dato davvero interessante e cioè che «nel 2018 la metà dei salariati dell’economia privata ticinese (escluso il settore primario ovvero l’agricoltura) guadagnava meno di 5163 franchi (4790 euro, ndr)». «Osservando tutta la distribuzione dei salari - si legge ancora nella relazione - si nota che i dipendenti con i salari più contenuti guadagna fino a 4068 franchi, mentre quelli con i salari più elevati partono da 6666 franchi».

Tutti gli indicatori «sono da ritenere inferiori a quelli nazionali: lo stipendio medio svizzero è di oltre mille franchi superiore a quello cantonale». E, in 10 anni, «queste differenze sono sempre presenti e relativamente costanti».

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