Svizzera: stretta sugli acquisti in Italia. Nuovo limite della franchigia a 150 euro

Shopping Il provvedimento dimezza il valore sulle merci esenti dal pagamento dell’Iva. L’intervento di Berna era stato annunciato nelle scorse settimane, ora è arrivata l’ufficialità

«In attuazione della mozione, il Dipartimento federale delle Finanze propone di ridurre il limite della franchigia da 300 a 150 franchi per persona».

È bastata quest’affermazione, contenuta nella nota federale diffusa da Berna nel tardo pomeriggio di giovedì, per certificare il fatto che il Governo svizzero ha deciso di mettere mano, dopo le anticipazioni delle scorse settimane, al taglio della franchigia, dimezzando così per gli acquisti effettuati all’estero l’importo minimo da assoggettare all’Iva svizzera, che - lo ricordiamo - dal 1° gennaio 2024 verrà ritoccata al rialzo, sino a raggiungere l’8,1%. Chiaro l’intento - più teorico che pratico - del Governo rossocrociato di arginare la corsa alla spesa ed allo shopping oltreconfine, ricordando gli 8 miliardi di franchi spesi in media ogni anno dagli svizzeri che abitano nei Cantoni di frontiera (e non solo) per gli acquisti nei Paesi confinanti.

Di fatto dunque la procedura è stata avviata e, secondo una prassi consolidata dell’esecutivo federale, posta in consultazione sino al prossimo 15 marzo, anche se il parere chiesto in particolare ai Cantoni non sarà in alcun modo vincolante rispetto alla decisione finale.

Salvo clamorosi imprevisti, il dimezzamento della franchigia è dunque destinato a debuttare a partire dal 1° gennaio 2025, anche se nonostante l’enfasi con cui il Governo di Berna ha annunciato il provvedimento sin qui le reazioni della politica e di parte delle Associazioni di categoria interessate sono state tiepide, in primo luogo per il fatto che una famiglia di quattro persone - esempio classico - potrà comunque varcare il confine (direzione Ticino) con 600 franchi di spesa complessiva non assoggettabile all’Iva. Si tratta di una cifra elevata e che in alcun modo rappresenterà un deterrente a chi è intenzionato di venire su questo lato della frontiera per la spesa ed anche per lo shopping. Peraltro non va dimenticato che una volta rientrati entro i confini federali, i clienti ticinesi (e svizzeri) possono anche farsi rimborsare l’Iva italiana, molto più alta rispetto a quella in essere nella confinante Confederazione.

Annunciando il via libera alla consultazione (al momento) del provvedimento, il Governo ha anche ricordato che nel pre-pandemia il taglio della franchigia era invece stato sonoramente bocciato, sostenendo che «un limite di franchigia secondo il valore più basso avrebbe comportato un aumento notevole degli sdoganamenti di poco valore nel traffico turistico e, di conseguenza, un onere sproporzionato per l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini nonché per i cittadini».

Ora però dopo la vittoria netta dell’Udc - il partito del “Prima i nostri!” - alle federali di fine ottobre, le regole d’ingaggio sono mutate. E così un’iniziativa popolare e dibattuta come il taglio della franchigia sugli acquisti all’estero ha trovato pieno accoglimento.

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