Tagli ai frontalieri, è allarme
«Hanno cambiato le carte in tavola»

Riduzioni di stipendi pur di conservare il posto «Salari minimi e superFranco sono le cause principali del cambiamento nel trattamento dei lavoratori italiani»

Con l’avvio, a inizio 2015, del nuovo regime fiscale per i frontalieri sono calati i vantaggi fiscali.

In seguito a un provvedimento approvato dal Gran Consiglio che ha elevato al 100% il moltiplicatore comunale di calcolo le aliquote sono infatti cresciute, a fronte tuttavia del nuovo vantaggio che si è creato nel cambio del Franco con l’Euro.

Ma proprio in seguito a ciò sono anche aumentati i casi in cui le aziende svizzere hanno messo i frontalieri di fronte alla scelta di accettare riduzioni di stipendio o di essere licenziati. La scelta, per molti, è stata quella di accettare pur di mantenere un posto di lavoro e uno stipendio.

E tuttavia un dato di fatto che le imprese svizzere stiano cambiando le loro politiche aziendali nelle assunzioni dei frontalieri.

Ne parliamo con Gianluca Marano, imprenditore comasco presidente di Sva Group con sede a Chiasso e che coi 16 dipendenti della sua società di consulenza alle imprese non ha modificato nulla dal punto di vista contrattuale in quanto, ci dice, «non si cambiano le carte in tavola, e gli accordi vanno rispettati».

«Parlando di aziende locali ticinesi – afferma Marano - soprattutto nella fascia di confine, il sentore di tale cambiamento c’è ed è anche motivato da almeno due fatti concreti. Il primo è rappresentato dal cambiamento della normativa sui salari minimi del contratto collettivo del lavoro svizzero, riguardante gli impiegati del commercio, in vigore dal 27 Gennaio 2015. Per loro, salari più alti, quindi, necessariamente». La seconda ragione sta nell’arrivo del super Franco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA