Tamborini in tv sull’energia
«Stop alla speculazione
e una politica europea»

Il presidente di Smi e Ceo di Ratti in tv alla trasmissione di Barbara Palombelli

Allerta rossa per le imprese a causa dell’aumento dei costi dell’energia stimati fino al 300%, con immediate ripercussioni sul lavoro. È andata in onda mercoledì sera l’intervista a Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia e Ceo Ratti, per il servizio “Energia salata” nella trasmissione di attualità Stasera Italia per Mediaset condotta da Barbara Palombelli.

La giornalista ha accennato alla transizione energetica, «spesso accusata di essere all’origine degli aumenti in bolletta. Invece, come ribadito dal ministro Cingolani in audizione al Parlamento, le responsabilità sono dovute all’aumento del costo della materia prima gas. Mentre si stanno accantonando risorse per calmierare gli aumenti, le aziende sono in ginocchio». L’inviata Francesca Oliva ha realizzato il servizio all’interno dell’impresa tessile Ratti a Como.

«Le bollette sono raddoppiate e in alcuni casi quadruplicate, da centomila euro a quattrocentomila» ha spiegato Sergio Tamborini nel corso del servizio tv, esemplificando con un ordine di grandezza come esempio la situazione di migliaia di medie e piccole aziende che si trovano a fronteggiare una spesa che si è almeno raddoppiata rispetto al 2019».

L’impatto del costo delle bollette rispetto alle tariffe del 2020 è compreso tra il + 470% e il +650% per l’energia elettrica, mentre i rincari del gas sono ancora maggiori e stimati di +830%. L’impatto investe il settore dei distretti tessili del manifatturiero italiano che comprende complessivamente 50mila imprese con 400mila addetti.

«Per le aziende del Made in Italy comporta una perdita iniziale, subito, secca di posti di lavoro - ha detto Sergio Tamborini per poi tracciare in tre passaggi le possibili vie di soluzione, non immediate ma urgenti - come presidente del Sistema Moda Italia penso che bisognerebbe innanzitutto fermare le speculazione e poi aprire un poco le riserve strategiche per avere gas ed energia disponibili subito e infine, in terza battuta, provare a coordinare una politica di acquisto di energia a livello europeo».

«Nel breve periodo occorre fermare la speculazione, oltre a calmierare i prezzi, nel medio bisogna ripensare la politica energetica», lo aveva già sottolienato a fine anno dopo l’incontro organizzato a Torbole Casaglia in dicembre, dove imprese di settori notoriamente energivori come vetro, carta, ceramica, siderurgia e automotive hanno lanciato l’allarme. «Mi unisco a loro - aveva detto - perché la parte a monte della nostra filiera tessile è altrettanto energivora e allo stesso tempo è essenziale per l’intero sistema».

Sono in particolare sofferenza le aziende che si occupano del finissaggio, come le stamperie, perché al consumo di elettricità aggiungono quello di gas oppure le torciture, i cui macchinari sono estremamente energivori e in funzione 24 ore per 365 giorni all’anno.

Se la forza della filiera italiana del tessile-moda sta nella sua qualità e completezza, caratteristica che le permette notevole flessibilità, in questo momento di caro bollette la frammentazione del sistema in migliaia di piccole e medie imprese è un elemento di estrema fragilità che la espone a una crisi severa, mentre ancora stava recuperando le perdite per la crisi sanitaria. M. Gis.

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