Via a Milano Unica. Ora il “marchio” è la tracciabilità

La manifestazione Per le aziende è il nuovo fattore che valorizza l’origine del prodotto e la sostenibilità

C’è un bel clima a Milano Unica, 36esima edizione a Fiera Milano Rho. Il pubblico di operatori è numeroso e interessato e negli stand delle aziende le nuove collezioni attraggono buyer da tutto il mondo, anche dalla Cina. Tema di questa edizione è la tracciabilità, fattore riconosciuto dalle aziende come ottimo driver di crescita per il made in Italy perché su dove e come si costruisce un prodotto e sulla sostenibilità molto si è investito e oggi, per il tessile italiano, può costituire un ottimo vantaggio competitivo, oltre ai “classici” valori di qualità e creatività.

Nei tre giorni di fiera espongono 328 aziende italiane e 66 europee, a queste si aggiungono le aree speciali e di ricerca per un totale di 475 aziende distribuite nei quattro padiglioni. Si va rafforzando Milano Unica come punto di riferimento internazionale per il tessile e per l’accessorio di alta gamma. Consolidano la loro presenza Japan Observatory e Korea Observatory. L’area Startup Textile Connection dà visibilità a progetti di economia circolare, tracciabilità, controllo qualità, gestione degli scarti e soluzioni digitali. La cerimonia Inaugurale ha posto il focus sulla tracciabilità lungo tutta la filiera, dalla materia prima fino al prodotto finito.

Il presidente di Milano Unica, Alessandro Barberis Canonico, ha evidenziato i dati economici di Confindustria Moda che confermano la ripresa della tessitura italiana: superati i risultati in termini di fatturato ed esportazione registrati nei quattro anni pre-pandemia, nel 2022 si è registrato un fatturato di 8,1 miliardi di euro, pari a un aumento del 32,4% rispetto all’anno precedente.

Dopo i saluti istituzionali di Luca Palermo, Ceo di Fiera Milano, Carlo Capasa, presidente di Camera nazionale della moda Italiana, Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria moda e Maurizio Forte, direttore Ufficio coordinamento promozione del made in Italy di Ice Agenzia, l’evento inaugurale ha visto il contributo di Marco Montemagno, divulgatore e imprenditore digitale che ha tracciato le nuove frontiere della comunicazione social per le aziende.

Tecnici del settore hanno poi approfondito il tema moderati da Emanuele Farneti, editor in chief di D La Repubblica. È intervenuta Maria Teresa Pisani, responsabile dell’unità commercio sostenibile e outreach della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni unite, sul collegamento tra mercato e regolamentazione, aspetti che richiedono una trasformazione culturale e un nuovo modo di fare business, fondato sulla partnership e sulla collaborazione.

Paola Bertola, docente del Politecnico di Milano, ha posto i temi sotto il profilo umano e esistenziale, contestualizzandolo nel panorama socio-culturale, come spunto e risorsa verso un’innovazione sociale. L’esperienza di Gabriele Maggio, Ceo di Stella Mc Cartney, ha esemplificato come l’approccio rigoroso e globale di rispetto dell’ambiente del brand, che ha precorso una sensibilità sempre più diffusa, si sia rivelato un grande vantaggio competitivo rispetto alle aspettative dei consumatori. Infine il presidente di Sistema Moda Italia, Sergio Tamborini, è intervenuto sulla necessità di implementare la tracciabilità su tutta la catena del valore anche a difesa del made in Italy.

© RIPRODUZIONE RISERVATA