Vietate le palette
del caffè in plastica
«Un errore, meglio il recupero»

La Nisi di Villa Guarda è una delle aziende leader nelle palette per il caffè. «Materiali biodegradabili non adatti e troppo costosi, siamo passati al legno di betulla»

Entrerà in vigore il 3 luglio la direttiva dell’Unione Europea che mette al bando in tutti gli Stati membri i prodotti in plastica usa e getta.

Secondo gli orientamenti-guida pubblicati dalla Commissione, sono al bando forchette, coltelli, cucchiai, bacchette e palette per il caffè in plastica, e anche piatti, cannucce, bastoncini per palloncini, cotton fioc, plastiche oxodegradabili, cioè quelle plastiche a cui si aggiungono additivi per facilitarne la frammentazione ma che tuttavia non sono biodegradabili. Al bando anche contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso.

La data era annunciata dopo la pubblicazione, nel giugno del 2019 in Gazzetta Ufficiale dell’Ue, della direttiva (la n. 904, “Sup-Single use plastic” che vieta l’uso di plastiche monouso, anche biodegradabili, approvata nel marzo 2019.

Tempi diversi

Tuttavia le linee guida non sono vincolanti ed è possibile che l’applicazione delle indicazioni comunitarie viaggi in modo differenziato fra gli Stati membri, seppure a livello europeo si punti alla massima omogeneità possibile di applicazione per una norma nata per la salvaguardia del mare dall’inquinamento da plastica. Dall’Italia, grande produttore del settore, arrivano a Bruxelles proteste dall’industria e dalla politica, che ha approvato lo scorso aprile a maggioranza in senato la direttiva ma che ora cerca vie alternative di exit strategy per salvare la produzione nazionale.

«L’Unione Europea ha fatto la legge ma non ha trovato la soluzione all’inquinamento da plastica. Per le palette il biodegradabile non ha le prestazioni della plastica e costa 4-5 volte di più. Per un prodotto monouso non ha senso e, comunque, la direttiva non permette nemmeno l’uso di prodotti biodegradabili», afferma Evelina Milani, alla guida, con suo padre Felice, di Nisi Palette, che con 35 dipendenti a Villa Guardia è una delle sole cinque imprese nazionali fornitrici di palette in plastica per il caffé. Nisi acquista le palette da diversi fornitori e le confeziona personalizzandole su richiesta dei clienti, perlopiù multinazionali e della grande distribuzione.

Fin da quando, nel 2019, ci si preparava alla nuova direttiva “salvamare” dell’Ue l’imprenditrice, convinta sostenitrice del riciclo e dell’economia circolare nel settore della plastica, è stata parte attiva a livello associativo e verso la politica per sollecitare un nuovo corso sulla plastica, in quanto «si elimineranno le palette ma nell’inquinamento non cambierà nulla, il mondo sarà sporco comunque perché c’è un tema educativo non risolto alla base di tutto».

Nuovo materiale

Intanto l’azienda da tempo si è adeguata al cambiamento spostandosi sulle forniture di palette in legno, «che ora è l’unica alternativa valida, va benissimo per le palette incartate che sono il nostro punto di forza. Compriamo palette in legno da Cina, Russia, India e Ucraina in legno di betulla, il più adatto per alimenti. Quindi l’indicazione è quella di sostituire la plastica con materiali di origine vegetale che certamente non inquinano se gettati nell’ambiente, ma a monte c’è il tema del consumo di risorse naturali».

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