La storia si ripete. Il cortocircuito tra elettori ed eletti (anzi, nominati con la legge elettorale "porcellum") è evidente. Le urne referendarie, dopo quelle per le amministrative, sembrano segnalare la fine di un'epoca. Nella società e nella politica. Cambia tutto, anche la comunicazione. Ed è emblematico che l'abisso politico si spalanchi proprio davanti a Berlusconi che sulla comunicazione, su un certo tipo di comunicazione, ha costruito la propria carriera politica. Perché dalle urne referendarie esce un terzo sconfitto assieme a Pdl e Lega: la televisione. Come è accaduto per le amministrative, l'informazione di gran parte dei Tg sui referendum è stata lacunosa e parziale. Si è persino giunti a utilizzare le previsioni del tempo per invitare gli italiani ad andare al mare domenica.
È evidente perciò, come al di là delle foglie di fico rappresentate dal fu Michele Santoro ecc.., l'opinione degli italiani su questi referendum si sia formata altrove. Ancora una volta internet si segnala come la nuova piazza della comunicazione politica. Nella rete ha viaggiato un flusso impressionante di informazioni sui referendum. Sui social network è cresciuto un assordante passa parola che invitava ad andare a votare. In tv, gli inviti dei politici a disertare le urne hanno scaturito l'effetto apposto. E la rete è stata la piazza su cui, attraverso video, musica e commenti è stato festeggiato l'esito dei referendum.
C'è un nesso di causalità tra la rete e una società che recupera il potere decisionale, che non concede più deleghe in bianco ai partiti. Internet è libertà, comunicazione immediata (nel senso di non mediata), assenza di controlli e domìni, apertura a tutti senza discriminazioni e distinzioni. Anche di censo.
Nei social network e su internet sta nascendo una nuova Italia che il ceto politico non riesce più a controllare, dove i protagonisti sono i cittadini. Grazie a loro è stata tolta la polvere ai referendum che sembravano diventati uno strumento obsoleto. Ma che restano strumenti di democrazia diretta. Diretta come la comunicazione nella grande piazza virtuale di internet. Crolla Berlusconi, si sgretola la Lega, si spegne la tv, si accende internet. Nulla sarà più come prima.
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