È il 17 dicembre dell'anno di grazia 1994 (notare l'infausta ricorrenza del numero 17) quando la giunta comunale incarica tre progettisti - Majone, Terragni, Conti - di predisporre il progetto delle paratie. Per arrivare all'aggiudicazione dell'appalto a Sacaim, però, ci vuole un altro decennio abbondante (gennaio 2005) e il cantiere viene preso in consegna solo il 7 gennaio 2008. In teoria i lavori dovrebbero essere ultimati in tre anni, ossia mille giorni. Mille e mai più mille? Nemmeno per sogno. Ricapitoliamo. Il 16 settembre 2009 un pensionato comasco, Innocente Proverbio, scopre il muro, che sarà abbattuto solo nel febbraio 2010 dopo una mezza sollevazione popolare dei cittadini comaschi. Il termine per la fine lavori e la riapertura del lungolago, programmato per il gennaio di quest'anno, ovviamente non è rispettato. Di più. Il 24 gennaio scatta lo stop ai lavori sul secondo lotto, in attesa della perizia di variante che comprende, tra l'altro, una serie di opere per la messa in sicurezza degli edifici affacciati sul lago tra la darsena e piazza Cavour e l'addio definitivo alle paratie mobili e la loro sostituzione con i cosiddetti panconi manuali.
La riapertura provvisoria della passeggiata, grazie alla generosità di Zambrotta, riaccende qualche timida speranza. Ma l'ultimo scorcio di questa disgraziatissima estate regala un uno-due da ko: prima la Sacaim, che rischia il fallimento, viene commissariata e poi si scopre il cedimento - a quanto pare improvviso e non legato all'assestamento - della scalinata sul lungolago. Scalinata, per inciso, che aveva già superato il collaudo statico. Roba da brividi.
Il 19 è in programma la conferenza di servizio che dovrebbe sancire l'accordo tra le parti e la ripresa dei lavori entro la fine di ottobre. E lo stesso giorno il caso paratie tornerà in consiglio comunale per una serie di relazioni tecniche attese da anni. Il paradosso è che, nonostante ripetute sollecitazioni e ricorrenti cataclismi, in aula non si è più parlato ufficialmente dell'argomento dal dicembre 2009.
Forse è ora che qualcuno prenda in mano la situazione, per trovare una via d'uscita. Chissà, forse varrebbe la pena di rispolverare l'ipotesi di un commissariamento ad hoc sotto l'ala protettiva della Regione (o del suo braccio operativo Infrastrutture Lombarde), già spuntata dopo il caso del muro e rimbalzata di nuovo in occasione del concorso d'idee. In entrambi i casi l'idea finì a mare (o a lago, giusto per rimanere a tema).
Resta il fatto che è venuta l'ora che qualcuno si dia una mossa per risolvere i problemi tecnici, ultimare i lavori e riconsegnare - possibilmente non in tempi biblici - il lungolago alla città liberandoci da griglie, oblò e staccionate varie. L'alternativa, per chi non sa davvero più a che santo votarsi, è una sola. Invocare l'intercessione di San Gennaro, come suggerisce il direttore dei lavori. O, meglio ancora, accendere un cero a Sant'Abbondio.
Emilio Frigerio
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