Non sono reati minori
Da noi è emergenza

Anche i mestieri più belli hanno i loro aspetti ingrati. In fondo il dentista, professionista stimato, passa la vita con le mani in bocca alla gente. L'architetto progetta ponti a una sola luce e bagni senza neppure una finestra, il giornalista conduce inchieste e passa le notizie in breve. Allo stesso modo vorremmo che i magistrati si occupassero, con la stessa passione, dei grandi mascalzoni che intascano tangenti e dei soliti ignoti che entrano nelle case di notte.
Perché i furti nelle abitazioni, da queste parti, sono un'emergenza per troppi versi trascurata. Le nostre famiglie sono in cima alle statistiche italiane dei derubati, e le statistiche dicono che si assicura alle patrie galere l'autore di un furto ogni cinquanta. E se ti sfilano dal comodino la collanina d'oro della nonna mentre dormi, il famoso «valore inestimabile», più che quello affettivo, è fatto dalla tranquillità perduta per anni o per sempre. Allora, bisogna cambiare registro. In parte, carabinieri e polizia lo stanno già facendo. Quando il giornale ha cominciato ad occuparsi dei furti nelle abitazioni con attenzione e insistenza, è stato perché un'intera palazzina saccheggiata dai ladri non aveva ricevuto neanche una visita di cortesia del maresciallo. Da allora ad oggi il maresciallo è andato in pensione e si è buttato in politica con scarsa fortuna, mentre il suo ultimo comandante provinciale ha chiesto e ottenuto che non ci fosse più un furto in casa senza un sopralluogo dei carabinieri e, tutte le volte che le circostanze lo rendono possibile, senza che siano rilevate le impronte digitali.
Ecco, questo è l'atteggiamento che ci piace. Non ci piacciono invece i comandanti che negano i furti ai cronisti del giornale, come se nascondendo lo sporco sotto il tappeto il problema della pulizia di casa si risolvesse.
Ci piace molto l'impegno con cui i ragazzi di volanti e gazzelle si buttano all'inseguimento delle auto sospette. I fotografi di "nera" che origliano alle radioline confermano, gli equipaggi ce la mettono tutta. Non ci piace la prospettiva, invece, quando si passa dalla strada agli uffici. La sezione «furti e rapine», in quanto a uomini a disposizione, è più striminzita dell'ufficio rimborsi all'Agenzia delle entrate. Nelle Procure non esistono squadre specializzate, né di investigatori, né di magistrati. La denuncia di furto che non indica possibili sospetti, finisce archiviata dopo un paio di timbri. Eppure, nelle nostre province, quello dei furti in casa è un problema vero, non "percepito" come diceva qualche ministro dell'Interno fa.
Cari magistrati, torniamo alle origini. Cinquant'anni fa c'era un pretore che si occupava di questioni di vicinato, e magari qualche volta ha evitato che degenerassero in stragi, e di furti nelle case, che nel frattempo si sono moltiplicati per dieci.
Siccome il contribuente non paga "vicetasse onorarie", ma paga sempre di più mentre guadagna di meno, sarebbe buona cosa che i magistrati professionali tornassero a mettere in cima alle priorità anche questo problema. Così come il dentista, che in fondo non guadagna di più, ha in cima ai sui pensieri gli stupidi molari dei clienti.
Mario Cavallanti

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