SuperMario Monti Missione Europa

Il nostro agente a Bruxelles. Comincia domani la missione forse più importante di Mario Monti, superiore addirittura al compito di salvare l'Italia dal fallimento economico e finanziario. Super Mario n. 1 (l'altro sta al vertice della Bce) incontrerà prima Barroso e Van Rompuy, poi il duo Merkel-Sarkozy cercando di riallacciare i rapporti e recuperare la fiducia con la coppia che, di fatto, sta guidando in questi mesi l'Europa e, al tempo stesso, di ripristinare la credibilità italiana con ciascuno dedi due. Ma chi crede che la missione di Monti sia essenzialmente questa, ha una visione parziale di colui che fu il commissario alla concorrenza a Bruxelles.
Il nostro nuovo presidente del Consiglio deve cercare di far riammettere l'Italia al tavolo delle decisioni cruciali che le spetta da sempre, sia per il peso economico del Belpaese in Europa sia per la storia che vede Roma tra gli stati fondatori dell'Unione.
Super Mario n.1 ha anche e soprattutto un'altra missione, segreta: quella di scongiurare il tracollo dell'euro e la conseguente rottura della Ue. Sarkozy è in difficoltà: la Merkel non vuole cedere sugli eurobond e sulla possibilità di trasformare la Bce in un organismo di credito, capace quindi di erogare finanziamenti (con acquisto di titoli) senza limiti  e in maniera diretta ai Paesi in difficoltà, come fa l'americana Fed, il che comporterebbe la stampa di nuova moneta . Parigi ha fretta, Berlino, che vede con terrore l'ultima eventualità in nome dei fantasmi di Weimar, no.
Eppure Draghi ha messo le carte bene in chiaro sul tappeto: con Italia e ora anche Francia nel mirino della speculazione e con un 2012 di crescita a zero, il crack della moneta unica - senza interventi immediati - è certo. Per questo è una missione ad alto rischio di fallimento quella del neopremier italiano. La Germania, infatti, si sta preparando agli sviluppi peggiori e ha messo in piedi un paio di piani segreti: il B e il C. Il primo prevede l'emissione di bond comuni franco-tedeschi, magari con l'allargamento agli altri Paesi con la tripla A, per salvare almeno Parigi e difendere il nucleo centrale dell'euro. In questo modo però gli altri Stati verrebbero un po' lasciati a loro stessi, provocando di fatto una "scissione" dell'Eurozona, tra Paesi virtuosi e gli altri tutti alla mercè della speculazione.
L'altro piano, il C, è ancora peggiore. Considerando che  se l'Europa non si muove, l'uscita in ordine sparso dalla moneta unica diventerà una realtà, la Germania potrebbe ribaltare la prospettiva: non lasciare che siano gli altri Paesi ad essere estromessi, ma che sia Berlino a mollare l'euro tornando al Deutsche Mark. Non è fantasia: alcune testate specialistiche ne hanno parlato e le smentite non sono state convincenti. Inoltre, secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano Mf-Milano Finanza, una tipografia in Canton Ticino che già stampa rubli e dong vietnamiti, avrebbe ricevuto di recente alcuni stampi della vecchia moneta tedesca. Un caso? O i prodromi del piano C?
La Germania, inoltre, avrebbe anche un altro piano segreto, il D: ok a un Fmi europeo che, in cambio degli aiuti, possa togliere sovranità in materia fiscale ai Paesi che non riescono a risanare. Esemplare, al riguardo, quanto accaduto giovedì scorso: il Bundestag ha discusso un provvedimento  del governo irlandese che parla di nuove tasse. Un documento segreto in Irlanda, il che ha provocato una sorta di incidente diplomatico e fatto esplodere la protesta degli irlandesi i quali temono che ha questo punto sia la Germania a decidere anche per gli altri Stati. Ecco perché Super Mario n.1 corre subito in Europa, prima ancora di mettere mano alla riforme italiane.

Umberto Montin

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