Un Traglio nello stagno
della politica comasca

Se scenderà davvero in campo, con il suo cognome e la sua storia da imprenditore, gli eventuali spin doctors non faranno fatica a coniare slogan. «Diamoci un Traglio», molto azzeccato viste le miserie finanziarie e (soprattutto) non solo del Comune di Como. Anche un «Traglio con il passato», visto il presente da incubo sul versante amministrativo non ci starebbe male. Così come con «Traglio si vola», dato l'impegno in Alitalia.
Nell'attesa della decisione, però, la definizione più calzante è un «Traglio nello stagno» (o nel lago se preferite).
Perché la disponibilità ventilata dall'imprenditore amico del ministro comasco Passera è davvero uno scossone nello stagnante quadro politico-amministrativo comasco. È la società civile che, finalmente e salvo smentite, si muove. E muove uno scacco pesante. È la trincea del lavoro che, alla buon ora, esce dalla trincea in cui è rimasta arroccata per anni ed esplora il campo minato della politica. Sono i perenni dottori fuori stanza che, per una volta, si fanno trovare nella stanza.
Certo, la valutazione su Traglio dovrà essere subordinata alle intenzioni e alla reale possibilità di concretizzarle. Ma davanti all'impegno manifestato è opportuno non mettersi a fare gli schizzinosi. Perché, di questi tempi, con la città nelle condizioni che tutti hanno sotto gli occhi e con l'eredità devastante lasciata dall'amministrazione uscente, ci vuole davvero spirito di servizio per fare il sindaco. Specie per uno che non ha certo bisogno di questo trastullo per occupare le sue giornate.
Sbagliato, quasi imperdonabile perciò, sarebbe tentare subito di mettere il cappello sulla figura di Traglio. Vero che la moda dei tecnici ormai dilaga. Ma come tutte le mode si rivelerà passeggera ed effimera una volta che il ferro rovente di Monti affonderà nelle nostre carni. Per la politica, perciò, la disponibilità di Traglio potrebbe rappresentare anche un'occasione di riscatto. L'opportunità, per una volta, di fare una scelta di servizio. Alla città e a un progetto che dovrà essere alto.
Non sarà facile. Già le prime reazioni a Traglio che fa capolino dell'agone politico non sembrano indurre all'ottimismo. Ma c'è ancora tempo per riflettere e per redimersi. E magari per mettere da parte qualche ambizione personale, legittima, ma forse non del tutto adeguata alla gravità del momento.
Certo, il sasso di Traglio fa rumore soprattutto nella parte di stagno occupata dal centrodestra. Se non altro perché dall'altra parte i giochi sembrano fatti, con Mario Lucini incoronato dalle primarie.
Ma se la disponibilità dell'imprenditore dovesse diventare più concreta, qualche effetto si potrebbe verificare anche nel centrosinistra. Perché quella di Traglio è una figura che, di primo acchito, appare quantomeno trasversale. La sua vicinanza personale e professionale con Corrado Passera è un elemento che spariglia.
Non è perciò da escludere che possa arrivare qualche riflessione anche da parte del Pd e dei suoi alleati. L'errore da non compiere, ora però, resta quello di tirare per la giacca Traglio. Altrimenti si rischia di vedersi sfuggire quella che, perlomeno, rappresenta una novità importante nello stagno comasco. Non è molto, ma almeno è un inizio.
Francesco Angelini

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