Famiglia da salvare Un primo passo è fatto

Per l'Imu, la tassa sulla prima casa, passa la detrazione formato famiglia. La notizia si è un po' confusa nel mare di cifre che ci ha travolto in questi giorni. In realtà si tratta di qualcosa di "rivoluzionario", in un Paese nel quale tutti i governi, di destra o di sinistra che fossero, della parola famiglia si sono soltanto riempiti la bocca. Cinquanta euro di detrazione per ogni figlio a carico, fino ad un massimo di 400 euro.
Beninteso, niente di stravolgente, ma il punto non è questo. Per la prima volta si decide che la famiglia è un soggetto degno di attenzione e per la prima volta si stabilisce un principio che potrebbe finalmente aprire una breccia verso la discussione e si spera l'approvazione, di quel quoziente famigliare o Fattore Famiglia che dir si voglia, che potrebbe davvero rappresentare una vera e propria rivoluzione culturale. Il recente rapporto 2011 su povertà ed esclusione sociale in Italia, elaborato dalla Caritas, ha detto alcune cose dolorose, ma chiare. Il soggetto più debole, quello che sta pagando in modo più pesante la crisi economica, è proprio la famiglia. La povertà è aumentata in modo particolare tra i nuclei numerosi, quelli con cinque o più componenti, passati da un tasso di povertà del 24% al 30%. Tra i nuclei residenti nel Mezzogiorno con tre o più figli si è passati dal 36,7% al 47,3%. A fronte di questi dati il fondo per le politiche alla famiglia ha subito una serie di progressivi decrementi: 185 milioni in meno nel 2010, 51 in meno nel 2011, 52 nel 2012.
Di fronte a questi dati occorre che chi governa si renda conto che non si tratta di avere compassione o di applicare un assistenzialismo paternalistico.
Sostenere la famiglia non con le parole ma con politiche adeguate, vuol dire riconoscere un'evidenza: i nuclei famigliari sono un elemento fondamentale per la stabilità e per lo sviluppo della società. La famiglia rende un formidabile ma non riconosciuto servizio allo sviluppo del Paese, anche perché sostiene e tutela i soggetti più deboli; i bambini, gli anziani non autosufficienti, i disabili.
Ecco perché la detrazione decisa per la tassa sulla casa deve essere solo il primo passo. Adesso occorre pensare davvero ad una radicale riforma del regime fiscale che sia commisurata agli effettivi carichi. Per le famiglie italiane questa è un'esigenza imprescindibile perché sia loro consentito costruire con serenità un progetto familiare e per evitare che l'arrivo dei figli, coincida con la caduta nella povertà.
Un Paese civile non può e non deve rinunciare alla necessità di restituire alle famiglie italiane la possibilità di guardare al futuro in modo più positivo, consentendo loro di rispondere al proprio compito: quello di far nascere, crescere ed educare i figli, i cittadini di domani, senza dei quali non ci sarebbe nessun sistema produttivo, nessun Paese da far crescere o da rilanciare. Secondo stime accurate l'introduzione del Fattore Famiglia comporterebbe un costo di 16 miliardi, ma la sua introduzione graduale permetterebbe il reperimento di circa 3-4 miliardi l'anno, per i prossimi cinque anni. Insomma, ci vuole coraggio, ma la strada non può che essere questa.
Per la prima volta un governo evita di riempire di parole i salotti televisivi e prende una decisione che inciderà positivamente su migliaia di famiglie. E' un piccolo passo, ma decisivo. Per un Paese che non rinunci al suo futuro.

Massimo Romanò

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