Mettiamo una tassa
sul conformismo

 E'  di questi giorni, conseguenza del governo Monti, una tambureggiante polemica sull'Ici che le congregazioni religiose non pagano. Polemica che va assumendo giorno dopo giorno gli aspetti di un vero e proprio assedio alla Chiesa in tutte le sue componenti.
Non vogliamo assolutamente occuparci della validità o meno delle esenzioni concesse al mondo cattolico, piuttosto del conformismo che invade tutti i mezzi mediatici non appena viene sollevato un problema , anche se lo stesso è esistente da tempo , nell'indifferenza dei tanti. Tutte le trasmissioni televisive di approfondimento, con poca o pochissima originalità e con un conformismo totale, si sono letteralmente buttate, come si dice , sul pezzo , impegnando pagine e pagine nonché non indifferenti risorse sulle inchieste relative al mancato pagamento dell'Ici da parte delle istituzioni religiose.
Ci hanno subissato di intensi reportage, alcuni grondanti di sdegno, ma nessuno ci ha spiegato perché solo ora, solleciti cronisti sono andati alla ricerca della notizia e dello scoop. Nessuno però si è preoccupato di ricercare non le motivazioni delle esenzioni, ma piuttosto il mancato accertamento di condizioni oggettive che consigliavano alle tante amministrazioni di impugnare il mancato pagamento. Continuano a raccontarci che tante organizzazioni confessionali fanno dell'accoglienza un lavoro professionale come esercizi ricettivi e non ci dicono però perché le varie istituzioni o i vari governi che siano non hanno provveduto ad interessarsi della faccenda e tentare di eliminare o comunque provvedere al discrimine tra il privato privato ed il privato confessionale. Tutto ciò non interessa, interessa il presunto scandalo dell'esenzione e basta.
Senza troppi giri di parole e senza ostentate trasmissioni pseudo di inchiesta ma solo conformate alla moda del momento, ognuno , nella propria autonomia amministrativa, potrebbe incominciare a ragionare in proprio, fuori dagli schemi consueti di una visione burocratica ad occhi chiusi. Come sempre una legge c'è e bisogna interpretarla o saperla interpretare , al di fuori ed al di sopra delle polemiche, buone soltanto per trasmissioni spettacolo.
Spettacolo che poi si traduce in una delegittimazione di persone o organismi che forse hanno soltanto interpretato la norma in una maniera restrittiva piuttosto che estensiva.
Spesso accade che certe situazioni pur sotto gli occhi di tutti non siano percepite con chiarezza e che invece, improvvisamente, perché qualcuno ci fa caso diventino patrimonio di tutti , originando un conformismo di pensiero dominante , di cui tutti ne rivendicano la paternità.
Anche a Como è accaduto qualcosa si simile e molto risibile. Dopo mesi di lavoro un pensionato, degno ed accorto, fece notare che sul lungolago stavano costruendo un muro che oscurava il godimento di un paesaggio stupendo ed invidiato. Improvvisamente , come risvegliati da un profondo sonno, politici inviperiti gridarono allo scandalo, all'attentato, rivolgendo roventi accuse a destra e a manca, dimenticandosi che, nonostante amministratori pubblici , non avevano mai fatto un giro nella loro città e non si erano mai accorti di nulla. Di conseguenza tutte le formazioni politiche, fino ad allora disinteressate, fecero del lungo lago una battaglia, aderendo al conformismo di maniera.
Pericle Bergamo

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