Tutti lo vogliono, almeno in apparenza, il banchiere prestato alla politica. Tanto che giorno dopo giorno cresce il sospetto che non sarà più restituito. Il governo tecnico, insomma, rischia di rappresentare solo il trampolino per una favolosa carriera. Passera si fa intervistare da Fabio Fazio, parla dell'asta sulle frequenze televisive e manda in brodo di giuggiole il centrosinistra. Eccolo qui, dicono in coro, il futuro candidato premier dell'ex opposizione. Bersani, Renzi (a proposito chi l'ha più visto), Chiamparino e compagnia aspirante si mettano l'anima in pace. O forse no. Perché passano solo pochi giorni e spunta Maurizio Traglio, amico di Passera che manifesta l'uzzolo di fare il candidato sindaco di Como. Con chi? L'unico posto ancora libero è quello del centrodestra che sta lì ad accapigliarsi fra primarie, aspirazioni più o meno fantascientifiche e personaggi che agiscono in ombra e penombra. Traglio spariglia. Ma allora sta a vedere che l'imprenditore di Alitalia con il pallino della Dakar potrebbe essere l'anello di congiunzione tra il ministro e il Cavaliere. Partono i pissi pissi che fanno venire più di un brivido nelle schiene di tanti esponenti comaschi (ma non solo) del Pdl.
Berlusconi non vuole regalare al Pd un pezzo da novanta come Passera. Allora Traglio imposto dal leader come sindaco di Como potrebbe essere il prezzo pagato per arruolare il ministro, che oltretutto ha tra le mani la delega per le Comunicazioni.
Ma non finisce qui. I colloqui tra Natale e Capodanno di Passera con il leader della Cisl, Raffaele Bonanni aprono un terzo scenario. Il sindacalista, infatti, sta anche manovrando per la nascita di un nuovo partito di ispirazione cattolica visto con occhio di riguardo Oltretevere. Passera, quindi, a dar retta alle interpretazioni si sarebbe fatto nel giro di poche settimane il tour di tutto quello che una volta si chiamava "arco costituzionale". Da sinistra a destra per approdare a un centro ancora nelle intenzioni ma più che possibile dopo una riforma elettorale che, sulla spinta del referendum, appare ineluttabile.
Lui il superministro si limita a fare il suo lavoro senza attaccarsi alla scia delle voci. Niente conferme e neppure smentite. Del resto, in questa fase, purché se ne parli. Quando poi sarà il momento arriverà la scelta. Con l'accortezza di non fare la fine della sora Camilla: quella che tutti vogliono e nessuno piglia.
Un rischio che, però, l'ex manager bancario nato e cresciuto sul Lario, non dovrebbe correre. Non fosse altro perché ha davanti l'esempio di Luca Cordero di Montezemolo che, a furia di tentennare, dire e non dire sulla discesa in politica, non scegliere è stato doppiato proprio da Corrado Passera. Chissà che spasso per il fegato dell'ex presidente di Confindustria leggere di tutti questi corteggiamenti per il superministro. Con lui che non se lo fila più nessuno. Del resto, tecnici o non tecnici, è la politica bellezza.
Francesco Angelini
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