Non è solo l'ambientazione (la "prima" di una pellicola attesa da un successo mondiale) a convincerci di questo assurdo sconfinamento e non è solo l'aspetto del killer (abbigliato come il "cattivo" di turno) a indurre questa agghiacciante impressione. La sensazione più viva è che il mondo sia diventato il terreno ideale per queste esplosioni di follia a circolazione globale, assurde al punto da sembrare uscite da una sceneggiatura di Quentin Tarantino. Sempre interconnesso, capace di trasferire ovunque immagini, informazioni e commenti in tempo reale, il pianeta è il palcoscenico perfetto per chi, volendo aggiornare la massima di Andy Warhol, pretende il suo quarto d'ora di celebrità a costo di innumerevoli vite umane.
Siano gruppi terroristici impegnati a sostenere a suon di bombe cause nazionaliste o pseudoreligiose, siano individui che coltivano nella mente pensieri di rabbia e odio, questa Terra 2.0, come la si potrebbe battezzare alla luce dei progressi raggiunti dal web, si espone troppo facilmente agli assalti di chi, con poca spesa, molta crudeltà e nessuna intelligenza riesce, gettando manciate di morte, ad attirare l'attenzione su se stesso. Tutto gioca a favore dei mostri in cerca di equivoca celebrità: i colpi d'arma da fuoco, esplosi in Norvegia come in Colorado, se dapprima risuonano nell'aria, nel giro di pochi secondi sono già in Rete e in televisione. Diventare il pericolo pubblico numero uno è facile e rapido come premere il grilletto o cliccare sul mouse. Fino al prossimo invasato che decide di sfruttare lo stesso orrendo trucchetto.
Queste stragi, potremmo concludere un po' facilmente, rappresentano il prezzo che l'umanità paga - che ha sempre pagato - per ogni nuova libertà, definiscono il costo richiesto dalla facilità di far circolare informazioni: se tutto ciò ha giocato a favore della primavera araba, lasciando che speranze di democrazia e giustizia circolassero a dispetto delle dittature più consolidate, è verosimile che, per contrappasso, si sia trasformato in una trappola letale per le povere vittime di Denver.
Tagliare i fili della comunicazione, come è ovvio, non si può e neppure sarebbe auspicabile. Scollegare il pianeta da se stesso sarebbe la più grande sconfitta immaginabile. L'orrore di quanto accaduto in Colorado deve ricordare che le occasioni offerte dalla tecnologia si riducono a nulla se non sono raccolte con umanità e intelligenza. Come ai tempi delle scoperte nucleari, come negli anni dello sviluppo tecnologico e produttivo, ancora una volta l'uomo è chiamato a dimostrarsi all'altezza del progresso. I precedenti non sono confortanti, ma non si può mai sapere.
Mario Schiani
© RIPRODUZIONE RISERVATA