In fondo la corsa ad accaparrarsi l'ultimo modello del super telefonino riguarda poche migliaia di persone su 60 milioni di italiani. Un'esigua minoranza, una presenza marginale amplificata dalla luce dei riflettori dell'informazione. A far notizia se proprio sono le reprimende, per usare un eufemismo, dirette ai fan dell'iPhone nello spazio aperto ai commenti sui siti web dei giornali, compreso il nostro. La minoranza è stata fatta oggetto di scherno quando non di invettive: ma come, c'è la crisi e voi vi permettete di spendere almeno 729 euro per un cellulare?
Qualche commentatore liberale si è appellato appunto alla libertà, questa volta di acquisto: con i propri soldi ognuno fa quello che vuole, è il mercato bellezza. Ma a prevalere è la censura dell'acquisto di un bene costoso e non indispensabile, che nei toni più gridati denota un'acredine ascrivibile al rancore sociale figlio di questi tempi difficili.
Si scatena contro i maniaci dei prodotti Apple, ma anche contro il vicino che ha l'auto inspiegabilmente di lusso e si merita allora una segnalazione alla Guardia di finanza…
La crisi ha allargato la forbice fra i pochi che hanno molto e i tanti che hanno poco, ha reso le persone più sensibili all'uso del denaro e i comportamenti che fino a pochi anni fa non davano nell'occhio o addirittura generavano invidia oggi finiscono nel biasimo.
Si è più accorti nella spesa tagliando gli acquisti una volta irrinunciabili e oggi diventati superflui. È cambiata la gerarchia insomma. Ma non è una regola che vale per tutti perché tanti hanno mantenuto inalterato il tenore di vita. E poi perché la gerarchia è soggettiva.
L'ultimo modello dell'iPhone può valere anche dei sacrifici se si è maniaci della tecnologia più avanzata, una dipendenza alla cui soddisfazione si dedicano fior di esperti e ricercatori con genialità e zelo, mettendo sul mercato prodotti sempre più sofisticati e leggeri, piatti e accattivanti (il Corriere della Sera si è spinto a definire il telefonino Apple «un oggetto sexy»: non esageriamo...) che nello spazio di un pacchetto di sigarette hanno le funzioni di un cellulare e di un computer. A loro il merito di tanto progresso, a noi la libertà di metterci in coda o no.
© RIPRODUZIONE RISERVATA