I soldi
ai politici
ma non
ai malati

  Nella speciale classifica degli assist al movimento di Beppe Grillo, il governo sta scalando posizioni su posizioni.
Dopo la grottesca vicenda degli esodati, il ministro Elsa "chiagne e fotte" Fornero, bravissima a passare dalla parte del torto anche quando ha ragione (e non è questo il caso) ha alzato bandiera bianca sui 300 milioni da destinare all'assistenza dei malati gravi di Sla, un morbo che, come è noto, limita progressivamente le capacità motorie e cognitive. L'assistenza per queste persone e per le loro famiglie è perciò qualcosa di assolutamente indispensabile. E si capisce che non basteranno le ennesime lacrime della ministra a quel che resta del Welfare in Italia per sistemare la faccenda. La cosa sarebbe già di per sé grave se i soldi non ci fossero. Figuriamoci poi se le risorse ci sono. Perché lo stesso governo che nega il contribuito ai malati, da una parte mantiene in vita il berlusconiano carrozzone del ponte sullo Stretto di Messina, un'opera attesa e disattesa da decenni e che, oggi, appare tutto fuorché una priorità (salvo forse che per la mafia). Il saldo, come direbbero il premier Mario Monti e il ministro per l'Economia, Vittorio Grilli, è invariato. Trecento milioni per chi soffre a causa di una delle più terribile malattie della nostra epoca e la stessa cifra per tenere in vita la società per la presunta realizzazione dell'infrastruttura. In fatto di priorità forse i tecnici potrebbero ricevere qualche lezioni pure dalla schifosa politica dei tempi che viviamo.
Purtroppo la politica schifosa non perde occasione per dimostrarsi tale. Perché il Parlamento e i partiti dimostratisi così sensibili alle esigenze dei cittadini-elettori sul caso del taglio retroattivo delle detrazioni sulle spese mediche, non sembrano essere altrettanto zelanti di fronte alla vergogna dei malati di Sla abbandonati a sé stessi. Si vede che i voti di queste persone e delle loro famiglie non fanno gola.
I soldi per l'assistenza, infatti, potrebbero anche essere dirottati dalla cosiddetta norma anti Fiorito, quella che avrebbe dovuto ridurre i finanziamenti ai gruppi consiliari delle Regione, visto l'utilizzo che ne facevano Batman e i suoi epigoni. Invece no. Il Parlamento ha deciso che questi quattrini devono restare, pare in nome di un malinteso federalismo, riesumato per l'occasione in cui a beneficiarne sono soltanto i partiti. A loro i soldi, agli afflitti in sciopero della fame le promesse. Che non sfamano e non curano,
Certo, la Democrazia Cristiana era quella che era. Ma in tema di welfare bisognava lasciarla stare. Chiaro, spesso si trattava anche di bieco clientelismo che ha contribuito a creare la voragine del debito pubblico in cui tuttora rischia di sprofondare questo Paese.
Ma vallo a spiegare ai malati di Sla privati anche dell'assistenza. Su loro come sopra tutti in Italia aleggia quella maledizione del "si stava meglio quando si stava peggio" inaugurata al tempo in cui i Savoia e compagnia scacciarono asburgici e borboni. Vicende come quella dei fondi negati ai malati, la rendono purtroppo ancora di moda.
Francesco Angelini

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