Lungolago,
sette mesi
per evitare
figuracce

  ra meno di sette mesi inizia l'estate. Sembrerà assurdo parlare della stagione estiva proprio adesso, con la neve in arrivo e il freddo che inizia a farsi pungente. Ma bisogna farlo. Perché il mese di giugno rappresenta il primo traguardo importante per la giunta guidata dal sindaco Mario Lucini.
Un traguardo molto meno lontano di quanto si pensi, soprattutto se la gara è di quelle a dir poco ostiche: una maratona chiamata paratie. Il primo cittadino ha le idee chiare sulla strada da seguire per uscire dal pantano: abbandonare l'attuale progetto, anche se sarà difficile convincere la Regione, e metterne a punto uno diverso, con meno opere e l'addio alle paratie. Facile solo a parole, anche perché in mezzo ci sono ostacoli come il contenzioso milionario con l'azienda Sacaim e la necessità di individuare un nuovo direttore lavori.
Ma, lasciando da parte per un momento l'enorme grana del nuovo progetto antiesondazione, torniamo all'estate e alla corsa di Lucini. Il sindaco dovrà riuscire nell'impresa di rendere fruibile, per la prossima stagione turistica, almeno il tratto di lungolago verso i giardini. Non ha obblighi formali, ma morali, nei confronti dei comaschi che l'hanno votato in massa soprattutto - non è un mistero - confidando in una rapida riapertura della passeggiata. Nelle recenti uscite pubbliche, per la verità, il primo cittadino ha tirato il freno su questo tema, limitandosi a garantire «il massimo impegno per riaprire il primo lotto in estate», ma «senza promettere nulla». E specificando che la sistemazione «potrebbe non essere definitiva».
Scenario non proprio rassicurante. E addirittura, se Lucini non riuscisse a restituire a comaschi e turisti il primo tratto di lungolago, qualcuno potrebbe sostenere - non senza qualche ragione - che su questo punto combinò qualcosa di meglio persino il vituperato Stefano Bruni, capace (grazie all'aiuto di Gianluca Zambrotta) di riaprire il primo lotto due estati fa. Un primo banco di prova fondamentale per l'amministrazione di centrosinistra, insomma. I comaschi, ne siamo convinti, perdonerebbero a Lucini eventuali lungaggini nei lavori sul tratto verso Sant'Agostino (la situazione è oggettivamente ingarbugliata), a patto di poter tornare a vedere il lago e a passeggiare in direzione giardini, da giugno. La missione, in fondo, non sembra impossibile.
I lavori su quel tratto sono conclusi, serve solo l'arredo (panchine, illuminazione, parapetti) e diversi spunti per la sistemazione sono già arrivati dal concorso d'idee vinto dall'architetto Cino Zucchi. Probabilmente ci sarà bisogno di un bando per individuare il progettista - a meno di non voler affidare l'incarico a un professionista interno all'amministrazione - ma subito dopo potrebbe partire il mini cantiere.
Per cambiare il progetto sul secondo lotto, l'abbiamo detto, servirà tempo. I comaschi, però, non si accontentano più di seguire i passi dell'amministrazione (ottima, in questo senso, l'idea dell'incontro pubblico di due sere fa per presentare gli studi di Insubria e Politecnico) e chiedono fatti concreti. A cominciare proprio dalla riapertura del primo lotto. Se centrerà l'obiettivo, Lucini si conquisterà gli applausi (invece dei fischi rimediati da Bruni quando inaugurò la “passeggiata Zambrotta”). E per i cittadini sarà più semplice  - forse - digerire le palizzate del secondo lotto e l'idea che un cantiere che si sarebbe dovuto concludere il 27 dicembre 2010 sia ancora, parola di Lucini, a «un terzo delle opere». Fermo da quasi due anni e con un destino avvolto nella nebbia.
Per il sindaco è il momento di accelerare, sfoderare la grinta e avvicinarsi al traguardo. Mancano meno di sette mesi.
Michele Sada

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