Uniti
dal confine
ma distanti
anni luce

  Dieci buoni motivi per scegliere la Svizzera. Quattro chiacchiere con chi se ne intende di lavoro e scopri che, o ha già fatto i bagagli e ha trasferito azienda e famiglia all'estero, o ci sta pensando. Destinazione Svizzera, spesso il Ticino. Non sono solo aziende piccole a farlo, anzi forse le più piccole non hanno la forza economica per affrontare un'emigrazione, ma sono medie e le grandi. Ad aprile toccherà alla Timberland e in pentola bollono altri grossi trasferimenti.
Il pro dei trasferimenti è che creano nuovi posti di lavoro, la Timberland ne promette 150, il contro è che se emigrano le aziende comasche o italiane l'economia nostrana si impoverisce. Il Ticino, è indubbio, funziona di questi tempi come una calamita e il motivo sono i vantaggi, pochi, ma concreti.
Un recente ebook, "Come fare affari in Svizzera e in Canton Ticino", pubblicato tra le guide di Diacron Press, ha messo in ordine questi vantaggi sintetizzandoli in dieci punti: 1) la Svizzera è in una posizione strategica nel cuore dell'Europa, 2) dispone di infrastrutture efficienti e garantisce connessioni rapide con tutto il sistema economico mondiale, 3) è leader mondiale per sedi centrali di multinazionali, 4) ha una normativa sul lavoro flessibile e possiede manodopera specializzata e competitiva, 5) ha un sistema bancario e finanziario leader nel mondo e un mercato dei capitali che offre condizioni favorevoli per lo sviluppo, 6) sono presenti nel Paese eccellenti istituti scolastici e la Svizzera è piazza leader per l'innovazione, 7) la qualità della vita è ottima, 8) la burocrazia è limitata e l'amministrazione pubblica è conosciuta per la sua efficienza, 9) sono incentivate le attività economiche innovative e l'imposizione fiscale è moderata, 10) è garantita assistenza professionale qualificata per progetti di insediamento a qualsiasi livello.
Quanti di questi punti ci sono anche in Italia? Almeno cinque di essi i nostri imprenditori se li sognano di notte, come incubi però, perché in Italia non solo non ci sono, ma ci sono al contrario. Per esempio, il punto 2: infrastrutture efficienti, dice la guida Diacron, noi non possiamo vantarle, in alcuni casi non solo non sono efficienti, ma non ci sono proprio; punto 4: lavoro flessibile, la Fornero ci ha provato, ma a giudicare dalle critiche che le muovono gli esperti non ci è tanto riuscita; punto 8: burocrazia limitata, e qui è difficile dire qualcosa perché sembra di fare i soliti brontoloni. La nostra burocrazia non è limitata, ma illimitata. E il punto 9? Il punto 9 dice che in Svizzera sono incentivate le attività economiche innovative e l'imposizione fiscale è moderata. Pensando alla cautela nell'esprimersi e nel soppesare i vocaboli tipica della Svizzera, imposizione moderata è quella che per in Italia sarebbe imposizione bassissima.
Sull'incentivazione delle attività innovative qualcosa in Italia si muove, salvo poi inciampare, ancora una volta, sulla burocrazia. Ma la ciliegina è rappresentata dal punto 7: la qualità della vita è ottima. E qui un racconto raccolto da un frontaliere impiegato in Svizzera, dopo aver lavorato anni a Milano è emblematico. «A Milano mi chiedevano di fermarmi in ufficio anche fino alle 23, e pareva un atto dovuto, a Lugano se mi fermo dieci minuti dopo le 18 mi chiedono scusa per aver sottratto tempo alla mia famiglia».
Certo, poi la sera dopo le 18 è tutto o quasi chiuso, non c'è forse la proverbiale movida italiana, ma se non hai tempo per partecipare, alla movida e ora neanche i soldi, che te ne fai? Tutti in Svizzera allora? No, sarebbe un peccato, e poi di là gli italiani spesso hanno stipendi di serie B rispetto ai colleghi svizzeri. Allora perché colossi dell'impresa, anche italiani, scelgono il Ticino? Chissà se c'è un'alternativa.
Carla Colmegna

 

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