Meno male che c'è chi conta i chilometri

Tornare sul luogo del "delitto", a distanza di tempo, si rivela spesso interessante. È il caso dei chilometri percorsi dall'auto blu in uso al presidente della Provincia, che in un anno si sono dimezzati. Di più, ridotti quasi a un terzo.
Dopo l'apertura dell'inchiesta Leonardo Carioni ha tirato il freno a mano. In meno di dodici mesi le distanze percorse dall'attuale commissario di Villa Saporiti con i mezzi di rappresentanza sono letteralmente precipitate, passando da 34mila chilometri (gennaio-novembre 2011) a 13.221 (gennaio-novembre 2012). Un dato eclatante, fornito dalla stessa Amministrazione provinciale. Con una doppia postilla: 1) dalla scorsa estate Carioni non è più presidente dell'Unione province lombarde («e questo ha fatto diminuire le trasferte»); 2) da quando è stato nominato commissario - il 2 giugno scorso - «ha scelto di utilizzare prevalentemente la vettura privata per gli spostamenti tra la sua abitazione e la sede dell'amministrazione provinciale, senza richiedere rimborsi spese».
Del primo punto non si può che prendere atto, anche se è risaputo che l'Upl non organizzava certo eventi con cadenza quotidiana. Quanto al secondo, si tratta certamente di una voce significativa. Che può prestarsi a più di una riflessione sull'opportunità di quel costante avanti e indietro tra Turate e Villa Saporiti durato fino a un anno fa. Una spola continua, per altro, che confermò lo stesso Carioni: «Tutte le mattine il mio autista viene a prendermi a Turate. E sono 26 chilometri. All'ora di pranzo mi riporta a casa e fanno 52. Poi alle tre mi riaccompagna in Provincia e la sera mi riporta a casa. E fanno 104. Per meno di 200 giorni siamo già a 24mila».
Insomma, sarebbe tutta colpa della pausa pranzo a casa. Tolta quella, i chilometri percorsi dalle auto blu di Carioni sono andati a picco. Basta questo per giustificare una differenza così netta tra i chilometri pre e post inchiesta? Questa è la risposta che ci si aspetta dalla chiusura delle indagini, chiamate a far chiarezza su eventuali rilievi penali legati all'utilizzo dell'auto blu. Indagini che, è bene precisarlo, configurano un'ipotesi di peculato senza però che Carioni sia stato iscritto sul registro degli indagati.
Come va precisato che lo spunto per l'approfondimento della Procura è venuto da un'inchiesta giornalistica de "La Provincia", che tra gennaio e febbraio portò alla luce l'utilizzo massiccio da parte di Carioni dei mezzi di rappresentanza (34mila chilometri, equivalenti al giro dell'equatore o a un viaggio andata e ritorno per Sidney), una serie di anomalie sul registro delle destinazioni (che - relativamente alle destinazioni 2011 - non si trovò) e 13mila euro di straordinari pagati ai due autisti (pari a mille ore). Con una "chicca" che fece scalpore: le Audi 6 venivano utilizzate anche per consegnare semplici lettere, senza nessuno a bordo oltre all'autista.
Certo, leggendo le mirabilie sui rimborsi spese della Regione Lombardia (chissà che picchiata tra un anno...) o le epiche gesta di "Batman" Fiorito nel Lazio, qualcuno potrebbe essere indotto a sorridere. E invece no. Meno male che ci sono i giornalisti e i magistrati ficcanaso. Questa non è persecuzione e non significa fomentare l'antipolitica. La vigilanza, in ogni sistema democratico, è vitale per evitare derive pericolose e, a volte, fa anche risparmiare qualche soldo alla collettività (tanto per cominciare, e non è poco, quest'anno sono finiti 20mila chilometri in meno sul conto del contribuente).
Nessuno vuole mettere in croce Carioni, né emettere sentenze preventive o sommarie. Non sarebbe giusto né rispettoso. Si chiede solo di far chiarezza. Fino in fondo.

Emilio Frigerio

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