Cantù non é il Bronx
Ma adesso si intervenga

«Questi qui si ammazzano». Comincia così il racconto di un testimone dell’ennesima rissa del fine settimana in piazza a Cantù.

«Si è visto di tutto: gente che spaccava bottiglie e che impugnava i cocci di vetro come armi, volti insanguinati, botte da orbi, calci a chi restava per terra…», prosegue il giovane, che dipinge una scena di guerriglia urbana francamente inaccettabile. Il bilancio è di venti persone coinvolte e di cinque feriti, fortunatamente non gravi. Ma poteva andare peggio.

Nessuno vuol dipingere il centro della città del mobile come fosse il Bronx, sarebbe ingeneroso. E nemmeno si vuol sottacere un passato (vent’anni fa o giù di lì) in cui è avvenuto ben di peggio in piazza Garibaldi, tra spaccio di droga ed episodi pesanti di cronaca nera, con coltelli e pure machete. Non solo esibiti.

Ma l’escalation a cavallo tra la fine e l’inizio dell’anno merita attenzione. Citiamo solo gli ultimi episodi: a partire dall’aggressione a un giovane che, con il labbro spaccato e il giubbetto semi-distrutto, si è dato alla fuga all’arrivo dei soccorsi (era l’11 ottobre).

Una settimana dopo è toccato a un quarantenne di Cucciago rimanere a terra per diversi minuti, all’angolo fra via Rebecchino e via Manzoni. Un gruppo di giovani aveva preso a pugni quattro o cinque persone più grandi. Ed era stato un padre di famiglia ad avere la peggio, con la bocca insanguinata e un trauma facciale.

Il penultimo episodio – inframmezzato da vandalismi vari assortiti, che prediligono spesso i sacchi della spazzatura – risale all’8 novembre: stavolta è un ragazzo di 29 anni di Cermenate a finire all’ospedale con ferite all’occhio, alla testa e a un braccio.

Dopo la “moratoria natalizia” ci risiamo.

Con l’aggiunta, per altro, di tensioni, scenari e implicazioni per così dire territoriali: da una parte giovani rumeni, dall’altra italiani.

I canturini - in particolare le donne e le persone anziane - stanno cominciando a preoccuparsi seriamente. E da certe zone, di sera, ormai si gira sistematicamente alla larga. Un pessimo segnale.

Anche senza voler scomodare i sinistri scenari di Colonia, come ha fatto il leghista Molteni, o puntare il dito in blocco contro la movida, resta il fatto che qualcosa non va.

«Nella vivissima piazza Garibaldi – come si legge nella chiosa di Christian Galimberti in cronaca - il weekend sembra non finire mai: si inizia al mercoledì e si finisce alla domenica. Cinque giorni su sette di divertimento spesso tranquillo e affollato. Ma talvolta violento...».

Per colpa di una minoranza molesta e aggressiva.

Qual è la soluzione? Mantenere un tono sobrio, evitando campagne elettorali troppo anticipate, certo. Ma non vanno nemmeno sottovalutati questi ricorrenti (e preoccupanti) segnali. Ben venga, quindi, una presenza più massiccia delle forze dell’ordine. E sia benvenuto un sistema di telecamere più moderno e capillare di quello attuale, che fa acqua da tutti i buchi. E ben venga - infine - l’ipotesi di dirottare in blocco sulla sicurezza i fondi per la sede della polizia locale al chiostrino di Santa Maria, che forse sarebbero più necessari per il nuovo comando dei carabinieri, atteso ormai da troppi anni.

E’ una rissa, è vero. Può capitare. Ma sta capitando un po’ troppo spesso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA