Da Cantù idea per Como
La festa della seta

Si può sfuggire al pessimismo cosmico calato su Como per l’incredibile vicenda delle paratie? Se si alza lo sguardo oltre la convalle si trovano idee che varrebbe la pena valutare per superare l’angoscia di un lungolago negato.

Senza andare tanto lontano guardiamo cosa è stata capace di fare in pochi anni la città di Cantù con la Festa del Legno. Un grande successo che coinvolge l’intera comunità. Allora perché Como non fa la Festa della Seta?

La proposta arriva dall’imprenditore del mobile Maurizio Riva che anni fa si era inventato la festa del legno e l’aveva organizzata nel suo museo-show room. Per farla crescere e per farla diventare un patrimonio della città, quattro anni fa Riva ha ceduto il marchio dell’iniziativa al Comune di Cantù che ha raccolto il testimone e ha fatto decollare la Festa del Legno. Un appuntamento di edizione in edizione sempre più ricco e partecipato. Ci sono le imprese con la formula “botteghe aperte”, gli artisti con le loro creazioni e le mostre, i commercianti che con le loro vetrine promuovono i mobili di Cantù, gli artigiani con i loro incontri di studio e di formazione, gli studenti con i laboratori e i giochi. Insomma, tutta la comunità canturina per tre settimane celebra il legno come elemento che l’ha resa grande e famosa nel mondo. Quest’anno si sono inseriti anche il Fai, FiginoDesign, la Pallacanestro che ha festeggiato l’ottantesimo nella cornice di questo festival. E si è aggiunta la mostra sulla Selettiva del mobile, un raccordo tra la storia, il presente e il futuro del design e del mobile di qualità.

Se Cantù ha fatto del legno il suo centro gravitazionale perché Como non fa altrettante con la seta, la fibra che ha dato lustro al suo sistema economico? L’idea di Maurizio Riva è interessante e varrebbe davvero la pena che i comaschi ci ragionassero sopra. Certo, bisognerebbe superare i particolarismi per non dire gli egoismi. Riuscire a mettere insieme le più belle esperienze del tessile e le imprese che sono delle vere eccellenze mondiali. Cantù insegna che si può fare. Basta guardare all’interesse comune.

Allora si potrebbe pensare a una Festa della Seta con eventi promossi in città che valorizzino i prodotti delle nostre aziende, magari aprire le fabbriche e far vedere quanta capacità c’è nel rendere nobile una fibra che diventa tessuto d’alta moda, esporre capi d’abbigliamento e accessori nelle vetrine dei negozi e, come a Cantù, fare un concorso per scegliere la più bella. Impegnare le scuole a tutti i livelli, non solo il Setificio, in attività che divulghino il mestiere dei setaioli.

La parte artistica c’è già: Miniartextil si apre proprio oggi proponendo opere d’arte realizzate con tessuti. È una mostra di successo ed è giunta alla 26a edizione.

Si potrebbe pensare ancora più in grande e creare - questa è un’idea di Salvatore Amura - un calendario di grandi eventi che duri tutto l’anno e faccia di Como una vera città turistica. Ci sono già Parolario, la Città dei Balocchi, il Festival della Luce, Lake Como Festival, il Festival del Cinema italiano, Streetscape. E magari si aggiunge la Festa della Seta.
Un sogno? Forse. Ma a volte i sogni si realizzano.

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