Due milioni di profughi
invocano la pace

La guerra dichiarata ma non ancora iniziata, ha già prodotto un’immane tragedia. Il silenzio e i tentennamenti dei grandi Paesi occidentali hanno permesso che in Siria si consumasse quella che Antonio Guiterres, Alto commissario Onu per i rifugiati, ha definito “la grande tragedia di questo secolo, una calamità umanitaria scandalosa”, con un livello di sofferenza ed uno spostamento di persone senza precedenti nella storia recente.

Ogni giorno 5000 siriani fuggono nei Paesi vicini: Libano, Giordania, Turchia, Iraq ospitano attualmente due milioni di persone. Un anno fa erano 230mila; vuol dire che in 12 mesi, un milione ed 800 mila siriani sono fuggiti dal loro Paese. Arrivano negli sterminati campi allestiti al di là dei confini, con in spalla materassi e nelle borse qualche vestito e nulla più.

Sono fuggiti abbandonando tutto quello che possedevano, tanto o poco che fosse. Non hanno più casa, lavoro, denaro,cibo e forse nemmeno speranza. Su due milioni, la metà, un milione, sono bambini. I più innocenti tra gli innocenti.Basta guardare le fotografie che giungono dai campi profughi, basta guardare gli occhi di quei bambini per capire come il grido levato da Papa Francesco, debba scuotere il cuore e le coscienze del mondo.

«Mai più la guerra, mai più la guerra» è l’urlo coraggioso di una chiesa che sta dalla parte dell’uomo, della sua dignità, del suo diritto alla vita. Perché nessun conflitto, limitato o globale che sia, potrà costruire la pace. La Siria è già un inferno, i siriani sono già vittime, senza bisogno di un intervento che potrebbe soltanto moltiplicare il dolore. In quel Paese cristiani e musulmani, sciiti e sunniti hanno vissuto in pace per centinaia di anni. In due anni e mezzo sta vivendo una tragedia umanitaria senza fine: quasi 100 mila vittime, due milioni di bambini senza una casa, 450 mila cristiani in fuga, otto milioni di rifugiati.

C’è un’unica arma possibile ed è l’arma del dialogo. L’Occidente deve usare la sua forza e la sua autorevolezza, se ancora ne ha, perché questo dialogo interrotto riprenda e si moltiplichi. Sino ad oggi è stato capace solo di finanziare le bande armate che infiammano le piazze, e di tacere di fronte all’incapacità dell’attuale regime di garantire la pace sociale.

Il mondo intero deve aggrapparsi alla forza ed al coraggio di Papa Francesco, organizzare una grande campagna per preparare la Conferenza di Ginevra ed aiutare le parti in causa a trovare una soluzione che si basi su pace, riconciliazione e dialogo. La Conferenza era prevista per lo scorso giugno, ma è stata rimandata di mese in mese e il mondo ha continuato a giocare con la Siria. Oggi è tutto più difficile perchè il vero problema è che in quel Paese manca un’opposizione unita e con un programma chiaro. Le bande armate hanno preso il sopravvento su qualsiasi altra forma di dissenso lasciando spazio alle frange estremiste di Al Qaeda.

Intanto milioni di persone fuggono dalle loro case e sono costrette a guardare un orizzonte di buio. Il loro destino dipende da noi. Le bombe finirebbero per distruggere definitivamente il loro futuro e il mondo intero dovrebbe rispondere del dolore inflitto a ciascuno di loro.

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