Estate 2014: la strana
divisione del lavoro

La ricerca di nuove sensazioni la si vive direttamente sulla riviera romagnola, grande proscenio di una generazione che viaggia dagli anni settanta ed arriva ai novanta, e adesso ha un’età che oscilla dai trenta ai quaranta avanzati.

Hanno per lo più formato una famiglia ma contrariamente ai loro nonni hanno una tolleranza verso tutto ciò che può apparire trasgressione. I loro padri sessantottini hanno tracciato la strada e loro non hanno conosciuto alternative. Per non cadere nell’anonimato di chi non conosce regole vincolanti, dove tutto si perde nel grigio dell’indifferenza, si

coprono di tatuaggi dove la propria identità diventa protagonista. Il tatuaggio è diffuso nel mondo occidentale e colpisce di solito una fascia sociale che è ai margini o in forte contrapposizione all’ordine costituito. In Italia il tutto si allarga e comprende anche persone che sono fortemente impegnate nella vita lavorativa .Si siedono a tavolino e il primo pensiero è al Franciacorta, poi la conversazione passa al lavoro e su come sia stressante la vita d’oggi. La domanda è come uscirne. In vacanza ovvio con il divertimento e quindi, perché no, anche con lo sballo. Da alcool o da sostanze allucinogene non cambia il problema. Ognuno fa come meglio crede perché così fan tutti e chi anche per dovere dovrebbe esserne esente, vedi politici e tutori dell’ordine ,quantomeno fuori servizio. Non son quest’ultimi forse giovani anche loro? È la gioventù il lasciapassare della licenza e la giustificazione della trasgressione. Così assistiamo ad una divisione del lavoro inconsapevole : ai vecchi le poltrone ai giovani il divertimento. Le vacanze 2014 ne sono la rappresentazione plastica. I politici, i cosiddetti vip che si nascondono ai teleobiettivi e danno l’impressione di volere continuare a lavorare quasi si vergognassero del loro status e poi la platea degli spensierati. Non perché i cosiddetti giovani siano privi di preoccupazioni ma hanno il riflesso condizionato della Milano da bere. Se hai un consumo da soddisfare non esitare a farlo. Lo stesso vale per un dolore. Ad ogni ansia il suo tranquillante. La malattia rimane ma la sintomatologia sparisce. Alla fin fine è questa la funzione dello sballo, dimenticare. Se con prodotti legali o non consentiti non fa differenza perché il risultato è lo stesso. Si smarcano e rivendicano un diritto alla trasgressione che in altre realtà nazionali è sconosciuto. Prendiamo la vita di spiaggia. Gli altoparlanti annunciano a scansione regolare che è sconsigliato acquistare merce dai venditori ambulanti, noti nella vulgata popolare come vù cumprà. Il ministro Alfano aveva annunciato nei giorni scorsi una lotta all’abusivismo commerciale. Lettera morta. A testimonianza che quando un ministro parla in Italia è come se parlasse il vicino di ombrellone. I bagnanti si buttano a capofitto sulle merci taroccate e non c’è annuncio che le distolga dalla piacevole occupazione. Per le scritte sui muri di cui l’Italia vanta un record mondiale qualcosa si è mosso nella sensibilità della pubblica opinione, ma i tempi sono duri e cominciano ad apparire scritte che con il narcisismo delle dichiarazioni d’amore han poco da spartire. Juden raus campeggia vicino ad un canale a Milano Marittima: il mattino dopo cancellato. Un intervento insperato. Dettato dall’emergenza di un’ondata xenofoba che si tema prenda piede anche in Italia. Ma anche in piena affermazione delle istituzione nel loro potere di controllo è la forza del politicamente corretto che ha la meglio sulla legge uguale per tutti. Èrimasto “Elisa sei la mia vita per sempre”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA