L’abruzzo, i lettori e un patto vincente

In un Paese di cattedrali nel deserto, di lamentele e recriminazioni, di progetti mai realizzati anche un semplice calendario delle attività è una buona notizia. Lo è in generale, come segnale che non tutto debba sempre andare male in Italia, e lo è in particolare per voi lettori de La Provincia, che avete creduto in un sogno e avete permesso di realizzarlo senza che nessuno si sia potuto prendere il diritto di cancellarlo.

Il riferimento è al centro di aggregazione che, lo scorso settembre, il vostro quotidiano e la Nazionale cantanti hanno consegnato ai cittadini di Poggio Picenze, il paese abruzzese dove otto anni fa tre bambini sono morti, uccisi dal terremoto che ha sconvolto l’intera provincia de L’Aquila. Fin dal primo momento in cui in redazione al giornale è stata presa la decisione di chiedere ai propri lettori un sostegno economico per aiutare un pezzo di Paese messo in ginocchio da una catastrofe, il patto tra noi e voi è stato chiaro: ogni passo, novità (bella o brutta), decisione sull’utilizzo di quanto raccolto grazie alla vostra enorme generosità sarebbe stato comunicato su queste colonne. E così abbiamo raccontato la scelta del progetto, le difficoltà burocratiche, il via libera ai lavori e, lo scorso settembre, l’inaugurazione di un centro di aggregazione al posto di quello distrutto dal terremoto.

Nei giorni scorsi il Centro Sportivo Italiano, che ha in gestione la struttura, ha inviato un resoconto sul calendario delle attività organizzate nella struttura finanziata da voi: un programma ricco di iniziative di ogni tipo e per ogni gusto che dimostra come ciò che è stato realizzato non è mai stato pensato come un esercizio di solidarietà fine a se stesso. Da settembre a oggi nella bellissima struttura realizzata su una terra magica ma poco conosciuta sono stati organizzati eventi culturali, villaggi degli elfi per i bambini, concerti di beneficenza, corsi per imparare le manovre salvavita, eventi sportivi, momenti più istituzionali. Senza contare il fatto che per tre giorni la settimana il centro è aperto a tutto per consentire la realizzazione di giochi o attività ricreative.

In una zona dove il terremoto ha sbriciolato i luoghi di aggregazione, la scommessa di realizzarne uno in un piccolo paese che rischiava l’abbandono sembra dare i propri frutti.

Quel semplice calendario di attività è stata una boccata d’ossigeno, si diceva. Un po’ perché, soprattutto in questa era di crisi economiche che si susseguono l’una dopo l’altra senza consentire ai sogni di tornare a decollare, ci siamo forse un po’ troppo abituati a denunciare le troppe cose che non vanno, piuttosto che gioire di quello che funziona; un po’ perché non c’è nulla di peggio che tradire chi ha creduto in te. Quella clamorosa dimostrazione di solidarietà e soprattutto di fiducia dimostrata dalle migliaia di lettori che hanno scelto La Provincia per donare i propri soldi per l’Abruzzo non poteva essere dissipata con un progetto inutile.

Si potrebbero elencare tutti gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare per arrivare all’inaugurazione dello scorso settembre, ma proprio per non ricadere nell’errore tipico dell’italico lamento, appare più produttivo dar conto di ciò che invece ha funzionato alla perfezione.

La vostra solidarietà, si diceva, l’affiatamento e il lavoro di squadra (e non poteva essere altrimenti) con l’associazione Nazionale cantanti, che ha contribuito in modo sostanziale al progetto, il rapporto con la comunità di Poggio Picenze, l’apporto degli architetti che hanno disegnato con passione la struttura, l’accordo con il Csi aquilano che sta gestendo il centro di aggregazione. Tutti componenti di una ricetta che sa di rivoluzionario per un Paese impantanato negli scandali, negli sprechi, nelle polemiche. Quello stesso Paese che, di fronte alle tragedie, trova forze impensabili. Il piccolo esempio che unisce Como, Lecco, Sondrio con l’Abruzzo dimostra che un’altra strada esiste.

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