Le fusioni e il Comune
più bello del mondo
Fusioni, il comune
più bello del mondo

A tanti non piacciono e il perché lo conosciamo bene anche senza andare a pescare negli (sbiaditi) ricordi delle scuole medie. Nell’Italia degli ottomila comuni e degli ottantamila campanili, parlare di unioni o - ancor peggio - di “fusioni” ha lo stesso effetto di una zanzara svolazzante nella schiena. Soltanto uno riuscì nell’impresa e soltanto perché la voce “referendum” non era compresa nell’autarchico vocabolario del tempo.

Adesso il tema è uno dei tanti in cima dell’agenda della politica italiana. Questione di necessità più che di volontà politica: accorpare enti e servizi - è persino pleonastico ricordarlo - significa tagliare poltrone, ridurre gli sprechi e, in un eccesso di italiaco e forse mal riposo ottimismo, risparmiare qualche soldino da investire nella sospirata ripresa. Meno poltrone per tanti, più risorse per tutti.

È anche vero che a parole sono tutti d’accordo ma a patto che la rivoluzione sia fatta sempre a casa altrui. Perché noi, e non soltanto noi, siamo fatti così. Sempre democristianamente d’accordo con tutti ma con l’implicita condizione che il “giardino” non sia il proprio.

Eppure , in un quadro apparentemente desolante, c’è un’idea che avanza e che raccontiamo con dovizia di particolari a pagina 42. Ovvero l’idea di un Comune che unisca i paesi del lago compresi tra Cernobbio e Brienno, fino a confinare con quella Tremezzina che è sbucata dalle nebbie di un referendum popolare appena un anno fa. A tirare le fila c’è Paolo Furgoni, sindaco di Cernobbio che ha già messo in saccoccia qualche manifestazione di interesse. Che, per il tema in oggetto, è un piccolo- grande passo per la nostra piccola umanità.

Al di là delle questioni squisitamente tecniche legate per l’appunto alle economie di scala degli enti locali - e viene l’orticaria anche solo a scriverla, una frase così - c’è un aspetto del tutto sentimentale che è bello sottolineare. Un Comune di quel genere potrebbe benissimo essere battezzato “Riva Romantica”. Noi l’abbiamo azzardato nella titolazione e, da insoddisfatti perenni, siamo persino fieri di averlo fatto. Perché un nome così bello, così denso di significati, così simbolicamente espressione di un territorio, facciamo davvero fatica anche soltanto ad immaginarlo.

Seguiteci nell’avventura per qualche riga. In questo fantomatico Comune ci sarebbe uno degli hotel più belli del mondo come il Villa d’Este. Ci sarebbe un paese - Laglio, per non fare nomi - che grazie al suo illustre concittadino George Clooney, ha lo stesso valore di Cinecittà o Hollywood per gli amanti del cinema. O di Cantù per gli appassionati di basket. O di Siena per chi nutre il proprio sapere di tradizioni millenarie. E, soprattutto, ci sarebbe il lago più bello del mondo, quello che fa impazzire gli stranieri - siano russi che americani - e che li induce persino a idealizzarlo come il set preferito (tasche permettendo) per le loro nozze. Trecento “sì” all’anno, raccontavamo la scorsa settimana e a Bellagio (altro comune oggetto di fusione) addirittura un consigliere comunale delegato alla bisogna per non accumulare troppi arretrati.

Riva Romantica - sentite come suona bene? - sarebbe la ciliegiona sulla torta di un territorio che oggi come mai ha l’opportunità di giocarsi la più importante delle carte nel mondo del turismo e di tutto quello che il turismo si porta appresso. Insomma, c’è poco da girarci intorno. Se di fusioni bisogna “morire”, beh, questo è sicuramente il modo più bello per naufragare. Ma forse, sia pure con altro spirito, questo l’ha già detto qualcuno.

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EGaligani

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