Un mondo che vede
il futuro a colori

La consolazione passa da un mondo, che non solo non rallenta, ma raggiunge e supera nuovi traguardi. Che ci aiuta a vedere il futuro ai colori, anche quando la nebbia sembra più forte di tutto.

Dietro i 70 anni della Bakker ci sono tanti fili che si intrecciano, con questo spirito. Quello generale: l’arte dei giardini e l’attenzione al verde in modo costante e innovativo sono sempre più legate alla reputazione del Lario.

Lo racconta una tradizione, quella tramandata con forza dalla Fondazione Minoprio. Lo confermano i recenti successi internazionali di realtà come la Peverelli di Fino Mornasco. E gli sforzi quotidiani di piccole aziende, vecchie e nuove, l’interesse dei giovani che si concentra sempre di più su questo settore. Senza trascurare eventi che contribuiscono a rafforzare questa immagine, come Orticolario a Villa Erba.

Ma un altro aspetto merita di essere evidenziato: la multinazionale Bakker ormai da oltre mezzo secolo ha scelto Como. Da Firenze ha deciso di risalire, con decisione, lungo la penisola e di portare qui la prima filiale italiana. Per motivi di posizione strategica, certo, e peraltro è un asso nella manica di cui non ci si può mai dimenticare, anche quando la vicinanza della Svizzera diventa più tormentata con la fuga delle imprese o il doppio volto del superfranco: resta un valore aggiunto, che è però sostanziale nell’attirare l’attenzione, pure dell’estero, come in questo caso e non solo.

Ma la decisione della multinazionale è premiata da una ricchezza di territorio che a sua volta non può essere trascurata: dal lago alla Brianza, c’è un filo rosso, o meglio verde, che rappresenta un investimento sul futuro. E investimenti richiederebbe, prima di tutto l’attenzione, la cura da parte di ognuno: dalle istituzioni ai cittadini. Amando la terra e i suoi frutti, prendendosi a cuore la sua bellezza, si vive in un ambiente migliore e si alimenta anche un’economia che non è più - ammesso che lo sia mai stata veramente- a senso unico, potenziando il appeal del Lario e richiamando i turisti.

Como offre un’infinita produzione di tessuti, mobili e altre meraviglie della manifattura, siamo d’accordo, ma dei suoi paesaggi non può andare solo fiera: li deve tutelare, accudire, far crescere. In un certo senso, deve continuare a meritarseli.

Così come sanno fare tutti coloro che lavorano nel mondo dei fiori, dei giardini. Sì, vedono l’avvenire a colori, queste aziende, e chiamano i giovani, ma non per una generica benedizione della natura: lo guadagnano con sforzi e sacrifici, come soltanto la terra sa richiedere.

E se oggi l’attenzione dei singoli al verde, all’orto, ad attività legale al giardinaggio, sta crescendo è perché si lega a questa consapevolezza: la natura ci migliora la vita, se noi decidiamo di migliorare la sua.

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@MarilenaLualdi

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