Vaccinazioni, al via la seconda fase
Tutti immunizzati all’ospedale di Erba

Entro 7 giorni saranno inoculate le altre 540 dosi ai dipendenti del Fatebenefratelli. E nelle strutture del gruppo sarà fatta in seguito una campagna di test per verificarne l’efficacia

All’ospedale Fatebenefratelli è partita ieri l’inoculazione della seconda dose di vaccino BioNTech-Pfizer per 540 dipendenti tra medici, infermieri, operatori socio sanitari, amministrativi e e personale che lavora per conto terzi.

Tutte le dosi verranno somministrate nell’arco di sette giorni. Dalla metà di febbraio ci sia aspetta un lato tasso di immunità: per verificarlo, la direzione sanitaria effettuerà uno screening sierologico su larga scala. Le prime dosi di vaccino sono state inoculate lunedì 11 gennaio, i primi a riceverle sono stati medici e infermieri del pronto soccorso. Ieri, a 21 giorni esatti di distanza come previsto dalle linee guida, è partito il secondo giro di somministrazioni.

Una volta ricevuta la seconda dose, entro sette giorni tutti dovrebbero sviluppare una dose di anticorpi tale da garantire l’immunità contro il Covid-19.

A quel punto si potrà davvero lavorare con maggior serenità nei settori più esposti, a partire ovviamente dall’area-Covid. «Lì la situazione dei ricoveri è stazionaria da qualche giorno - dice il direttore sanitario Pierpaolo Maggioni - siamo a 46 ricoverati di cui 2 in terapia intensiva. I casi più gravi sono calati, ma il numero dei ricoveri non gravi tarda a scendere».

La vaccinazione su larga scala del personale ospedaliero sarà anche l’occasione per effettuare uno studio scientifico sull’efficacia del vaccino. Per verificare che l’inoculazione delle dosi abbia favorito lo sviluppi degli anticorpi, basta effettuare un test sierologico.

«Inviteremo a effettuare esami del sangue periodici tutto il nostro personale vaccinato - dice Maggioni - ma per avere un campione statistico ancora più convincente coinvolgeremo le altre strutture che afferiscono alla famiglia dei Fatebenefratelli, nella sola Lombardia cinque strutture. Forse non tutti accetteranno di prendere parte all’esperimento, ma avremo comunque centinaia di persone che si presteranno al test sierologico».

Luca Meneghel

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